Puoi andare avanti, fare progressi, conoscere successi, camminare in bilico sul filo del rasoio, tutto ha il suo tempo e anche una sua storia. Ciò che resta sono i ricordi. Essi costruiscono uno spazio nel quale rifugiarsi quando le cose vanno storte, quando si è presi dalla malinconia. L’infanzia, per esempio, resta nella memoria. Non la si dimentica, soprattutto se è stata bella, spensierata, ricca di scoperte e fucina di meraviglie.
In Mio padre è nato per i piedi di Elena Bosi conosci la storia di Giulia, una bambina spigliata, autonoma, con la risposta sempre pronta. La piccola abita a Concordia sulla Secchia, un paesino in provincia di Modena. Giulia è una bambina che conoscono tutti. È cresciuta con nonni, zii, zie, vicini di casa e di bottega, parenti acquisiti, ragazze, vecchi e commercianti. È figlia di Annalisa della pasticceria, ma lei si sente figlia dei portici perché è lì che gira con la sua bicicletta cantando Bandiera rossa.
Il romanzo è bellissimo. La narrazione scorre che è una meraviglia. Il lettore è dentro la storia, nelle parole della protagonista. La scrittura è semplice, ma accattivante.
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“Mio padre è nato per i piedi” di Elena Bosi, edizioni Neri Pozza. Dream Book.