Quali sono i libri da leggere prima di andare in Italia? In questo articolo troverete i 10 libri da leggere prima di visitare la Italia, consigliati dai lettori del gruppo Facebook Book Advisor. I dieci titoli più votati nel sondaggio sono quelli che troverete di seguito. Consigli dei lettori, per lettori, per la rubrica Libri per Viaggiare.
Se dieci libri da leggere prima di visitare l’Italia non sono sufficienti e volete saperne ancora di più, basterà cliccare qui sul sondaggio per scoprire quali sono stati gli altri titoli proposti e votati dai lettori del gruppo Facebook Book Advisor.
Ecco la lista dei dieci libri da leggere per scoprire l’Italia.
La Storia – Elsa Morante
Elsa Morante e la Storia, vero romanzo epico di Roma, con la descrizione delle sue periferie pregentrificazione (Arturo Belluardo)
La Storia anche per me, una immagine non solo di Roma ma dei legami e affetti soprattutto familiari che si ritrovano spesso in Italia; un libro di “italianità”. (Francis Elizabeth)
Elsa Morante La Storia, descrive con gli occhi di chi l’ha vissuta, dopo il secondo conflitto bellico, i quartieri distrutti di Roma. Importante libro storico. (Antonella Duosi)
Descrizione
Accolto con grande favore dai lettori, “La storia” è uno dei romanzi più discussi del secondo Novecento italiano. Quando nel giugno del 1974 fu pubblicato da Einaudi autorevoli critici militanti e accademici espressero riserve, qualche volta molto aspre. Tuttavia il libro ha continuato ad avere successo in Italia, all’estero e persino fuori dall’Europa ma, a parte poche eccezioni, non è stato oggetto di studi approfonditi. Questo volume intende riaprire il problema dell’interpretazione del romanzo e anche suggerire un bilancio complessivo sull’autrice a partire proprio, e un po’ provocatoriamente, dall’opera che ha suscitato a suo tempo tante polemiche e che sembra essere stata rimossa o dimenticata.
“La storia” di Elsa Morante, edizioni Einaudi.
Cristo si è fermato a Eboli – Carlo Levi
“Eboli – dicono i lucani tra cui Levi fu mandato al confino dal fascismo – e l’ultimo paese di cristiani. Cristiano è uguale a uomo. Nei paesi successivi, i nostri, non si vive da cristiani, ma da animali”. Dice Italo Calvino in uno dei due testi che introducono questo volume: “La peculiarità di Carlo Levi sta in questo: che egli è il testimone della presenza di un altro tempo all’interno del nostro tempo, è l’ambasciatore d’un altro mondo all’interno del nostro mondo. Possiamo definire questo mondo il mondo che vive fuori della nostra storia di fronte al mondo che vive nella storia. Naturalmente questa è una definizione esterna, è, diciamo, la situazione di partenza dell’opera di Carlo Levi: il protagonista di “Cristo si è fermato a Eboli” è un uomo impegnato nella storia che viene a trovarsi nel cuore di un Sud stregonesco, magico, e vede che quelle che erano per lui le ragioni in gioco qui non valgono più, sono in gioco altre ragioni, altre opposizioni nello stesso tempo più complesse e più elementari”.
“Cristo si è fermato a Eboli” di Carlo Levi, Einaudi Editore.
La luna e i falò – Cesare Pavese
Pubblicato nell’aprile del 1950 e considerato il libro piú bello di Pavese, La luna e i falò è il suo ultimo romanzo. Il protagonista, Anguilla, all’indomani della Liberazione, torna al suo paese delle Langhe dopo molti anni trascorsi in America e, in compagnia dell’amico Nuto, ripercorre i luoghi dell’infanzia e dell’adolescenza in un viaggio nel tempo, alla ricerca di antiche e sofferte radici. Storia semplice e lirica insieme, costruita come un continuo viavai tra il piano del passato e quello del presente, La luna e i falò recupera i temi civili della guerra partigiana, la cospirazione antifascista, la lotta di Liberazione, e li lega a problematiche private – l’amicizia, la sensualità, la morte –, in un intreccio drammatico che conferma la totale inappartenenza dell’individuo rispetto al mondo e il suo triste destino di solitudine. Introduzione a cura di Wu Ming. Con una nota di Laura Nay e Giuseppe Zaccaria; la cronologia della vita e delle opere; l’antologia della critica.
“La luna e i falò” di Cesare Pavese, edizioni Einaudi.
I promessi sposi – Alessandro Manzoni
La storia di Renzo e Lucia, don Abbondio e padre Cristoforo, don Rodrigo e l’Innominato ha appassionato generazioni di lettori e occupa ancora oggi un posto del tutto speciale nelle biblioteche degli italiani. “Storia milanese del XVII secolo scoperta e rifatta da Alessandro Manzoni” era il sottotitolo con cui l’autore presentava “I promessi sposi”, uno dei capolavori della nostra letteratura, affresco storico e romanzo in cui si fondono mirabilmente immagini forti e poetiche, pietas per un’umanità ingenua e dolente, ironia. Questa edizione si avvale di un’ampia premessa e di un rigoroso corredo di note, utilissimi strumenti per comprendere pienamente i molteplici livelli e aspetti della narrazione. Introduzione di Arnaldo Colasanti.
“I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, edizioni Newton Compton.
Il sentiero dei nidi di ragno – Italo Calvino
Ho aggiunto anche Il sentiero dei nidi di ragno di Calvino, perché racconta un pezzo imprescindibile della nostra storia del ‘900, la resistenza partigiana, e lo fa senza sconti e senza idealizzazioni, ma è comunque pieno di poesia! (Zaira Suozzo)
Il sentiero dei nidi di ragno: ogni volta che realizzo che Calvino lo pubblicò a 24 anni, capisco tutta la genialità di quest’uomo. Un talento sconfinato, capace di spaziare su più generi letterari con il medesimo livello qualitativo, una penna che ancora oggi è da prendere ad esempio per chiunque si cimenti con la scrittura, e da tenere come faro nella notte quando si pensa alla Letteratura italiana del XX secolo. (Roberto Gennari)
Descrizione
“Questo romanzo è il primo che ho scritto; quasi posso dire la prima cosa che ho scritto, se si eccettuano pochi racconti. Che impressione mi fa, a riprenderlo in mano adesso? Più che come un’opera mia lo leggo come un libro nato anonimamente dal clima generale d’un’epoca, da una tensione morale, da un gusto letterario che era quello in cui la nostra generazione si riconosceva, dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Al tempo in cui l’ho scritto, creare una ‘letteratura della Resistenza’ era ancora un problema aperto, scrivere ‘il romanzo della Resistenza’ si poneva come un imperativo; …ogni volta che si è stati testimoni o attori d’un’epoca storica ci si sente presi da una responsabilità speciale …A me, questa responsabilità finiva per farmi sentire il tema come troppo impegnativo e solenne per le mie forze. E allora, proprio per non lasciarmi mettere in soggezione dal tema, decisi che l’avrei affrontato non di petto ma di scorcio. Tutto doveva essere visto dagli occhi d’un bambino, in un ambiente di monelli e vagabondi. Inventai una storia che restasse in margine alla guerra partigiana, ai suoi eroismi e sacrifici, ma nello stesso tempo ne rendesse il colore, l’aspro sapore, il ritmo…” (Dalla presentazione di Italo Calvino). Postfazione di Cesare Pavese.
“Il sentiero dei nidi di ragno” di Italo Calvino, edizioni Mondadori.
Il nome della rosa – Umberto Eco
Ho votato ” il nome della rosa” perché è un capolavoro senza tempo. Districarsi nei labirinti del racconto fa crescere nel lettore la voglia di cultura e conoscenza. (Mely Tropea)
Descrizione
Ultima settimana del novembre 1327. Il novizio Adso da Melk accompagna in un’abbazia dell’alta Italia frate Guglielmo da Baskerville, incaricato di una sottile e imprecisa missione diplomatica. Ex inquisitore, amico di Guglielmo di Occam e di Marsilio da Padova, frate Guglielmo si trova a dover dipanare una serie di misteriosi delitti (sette in sette giorni, perpetrati nel chiuso della cinta abbaziale) che insanguinano una biblioteca labirintica e inaccessibile. Per risolvere il caso, Guglielmo dovrà decifrare indizi di ogni genere, dal comportamento dei santi a quello degli eretici, dalle scritture negromantiche al linguaggio delle erbe, da manoscritti in lingue ignote alle mosse diplomatiche degli uomini di potere. La soluzione arriverà, forse troppo tardi, in termini di giorni, forse troppo presto, in termini di secoli.
“Il nome della rosa” di Umberto Eco, edizioni Bompiani.
Quer pasticciaccio brutto de via Merulana – Carlo Emilio Gadda
Nel giro di pochi giorni, nel marzo del 1927, un furto di denaro e gioielli ai danni di una svaporata e fantasiosa vedova, la contessa Menegazzi, e poi l’omicidio della ricca, splendida e malinconica Liliana Balducci, sgozzata con ferocia inaudita, incrinano la decorosa quiete di un grigio palazzo abitato da pescecani, in via Merulana, come se una «vampa calda, vorace, avventatasi fuori dall’inferno» l’avesse d’improvviso investito – una vampa di cupidigia e brutale passione. Indaga su entrambi i casi, forse collegati, Francesco Ingravallo, perspicace commissario-filosofo e segreto ammiratore di Liliana: ma la sua livida, rabbiosa determinazione, il suo prodigioso intuito per il «quanto di erotia» che ogni delitto nasconde e le pressioni di chi pretende a ogni costo un colpevole da dare in pasto alla «moltitudine pazza» non basteranno ad aver ragione del disordine e del Male. L’inchiesta sui torbidi misteri del «palazzo dell’Oro» gli concederà, al più, la medesima, lacerante cognizione del dolore di Gonzalo Pirobutirro. Giallo abnorme, temerario, enigmatico, frutto della irresistibile attrazione che su Gadda esercitavano il romanzo e i crimini tenebrosi ma insieme di una tensione conoscitiva che finisce per travolgere ogni possibile plot, il Pasticciaccio è anche il ritratto di una città e di una nazione degradate dalla follia narcisistica del Tiranno, dove si riversa a ondate tumultuose una realtà perturbata e molteplice – e dove, a rappresentarla, sono convocate, in uno sforzo immane, tutte le risorse della nostra lingua, dei dialetti, delle scienze e delle tecniche.
“Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emiio Gadda, Edizioni Adelphi.
La Divina Commedia – Dante
Cento canti di altissima poesia: la “Divina Commedia” è il capolavoro della letteratura italiana, l’opera immortale del nostro sommo poeta, commentata in questa edizione – che riproduce il testo critico secondo l’ultima vulgata stabilita da Giorgio Petrocchi. Il primo a definire “divina” la “Commedia” di Dante fu Boccaccio; il titolo “Divina Commedia” risulta per la prima volta in una edizione del 1555. Il senso del viaggio dantesco nell’Oltretomba può essere rintracciato nella discussa “Epistola” a Cangrande della Scala – al quale l’autore dedica il “Paradiso” – in cui Dante spiega di aver voluto mostrare agli uomini che l’unico modo per elevarsi dalla loro condizione di peccatori e per conquistare la verità e la salvezza è quello di affidarsi al retto uso della ragione. Introduzione di Italo Borzi.
“La divina commedia” di Dante, edizioni Newton Compton.
Viaggio in Italia – Johann Wolfgang Goethe
Viaggio in Italia di Goethe perché esalta le bellezze del Paese ma evidenzia anche alcune caratteristiche “tipiche” del popolo. (Lucia Scarnecchia)
Ho aggiunto il viaggio in Italia di Goethe, che ho visto proposto da diverse persone, perché secondo me uno sguardo straniero sull’Italia (e che sguardo!) è molto “educativo” nei confronti di un paese che si vuole visitare Io personalmente sono innamoratissima del pezzo su Napoli. (Zaira Suozzo)
Descrizione
Attraversando il Brennero nel 1786 il trentasettenne Goethe realizzava finalmente il suo sogno: il “Grand Tour” in Italia, un’esperienza di gran moda alla fine del Settecento. I due anni del soggiorno italiano, i più felici della sua vita, segnarono un momento di rinascita nella ricerca di perfezione come intellettuale e artista. A quasi trent’anni di distanza, nel 1816, Goethe diede alle stampe la prima parte del «Viaggio in Italia», scritto rielaborando materiale privato, lettere, diari, appunti: una testimonianza unica di una straordinaria personalità letteraria e dell’eccezionale clima culturale del tempo, tra echi neoclassici e suggestioni preromantiche.
“Viaggio in Italia” di Johann Wolfgang Goethe, edizioni Mondadori.
L’amica geniale – Elena Ferrante
Il romanzo comincia seguendo le due protagoniste bambine, e poi adolescenti, tra le quinte di un rione miserabile della periferia napoletana, tra una folla di personaggi minori accompagnati lungo il loro percorso con attenta assiduità. L’autrice scava nella natura complessa dell’amicizia tra due bambine, tra due ragazzine, tra due donne, seguendo la loro crescita individuale, il modo di influenzarsi reciprocamente, i buoni e i cattivi sentimenti che nutrono nei decenni un rapporto vero, robusto. Narra poi gli effetti dei cambiamenti che investono il rione, Napoli, l’Italia, in più di un cinquantennio, trasformando le amiche e il loro legame. E tutto ciò precipita nella pagina con l’andamento delle grandi narrazioni popolari, dense e insieme veloci, profonde e lievi, rovesciando di continuo situazioni, svelando fondi segreti dei personaggi, sommando evento a evento senza tregua, ma con la profondità e la potenza di voce a cui l’autrice ci ha abituati. Si tratta di quel genere di libro che non finisce. O, per dire meglio, l’autrice porta compiutamente a termine in questo primo romanzo la narrazione dell’infanzia e dell’adolescenza di Lila e di Elena, ma ci lascia sulla soglia di nuovi grandi mutamenti che stanno per sconvolgere le loro vite e il loro intensissimo rapporto.
“L’amica geniale” di Elena Ferrante, edizioni E/O.
10 libri da leggere prima di visitare l’Italia
Nei 10 libri da leggere prima di vistare l’Italia scelti dai lettori del gruppo Facebook Book Advisor, dunque, compaiono prevalentemente titoli classici. Come detto nel cappello introduttivo all’articolo, per chi volesse approfondire la letteratura del Bel Paese e leggere altri libri sull’Italia, è possibile ampliare la selezione consultando il sondaggio del gruppo, qui.