“Un’ora” di Christian Bergamo: incontrarsi nel tempo sospeso

Un libro letto per un colpo di fulmine: per caso in auto ho ascoltato alla radio l’intervista a Christian Bergamo, autore di UN’ORA (Rizzoli) e mi sono innamorata della storia che racconta, dell’espediente letterario che ha utilizzato, assolutamente geniale.

Diego e Camilla si incontrano nel locale di Lucio a fine ottobre, quando l’ora legale torna a essere solare. Hanno diciott’anni e tutta la vita davanti.

Fanno un patto: si incontreranno ogni anno, nello stesso luogo, per un’ora, con il divieto di parlare di sé al passato e al futuro, ma solo del momento presente, del qui e ora.
Lo faranno ogni anno.
Per ventiquattro ore, ossia per ventiquattro anni, dal 1997 al 2020.

Sapevate di occasioni perse. Lo sapevate bene.
Eravate esagerati in tutto. Nell’innocenza, nella stupidità, in una promessa che era una condanna, nella ripetizione ossessiva di piccoli accorgimenti tra due che sconosciuti non lo sono mai stati.

Un’ora sospesa

È il racconto di due “sconosciuti” che «tornavano proprio perché lì dentro non erano nessuno. Un posto vuoto era il contesto perfetto dove far incontrare tre solitudini, e una volta stabilite le distanze siamo riusciti a mantenerle, non tanto nello spazio quanto nel tempo». La voce narrante è quella di Lucio, è anche la sua storia questa, della sua vita a partire dai suoi quarantadue anni.

Quanto è bello poter fermare il tempo, sospenderlo, e vivere un’ora che non esiste, in cui, di fatto, tutto è possibile?

Laura Busnelli ci parla del libro "Un'ora" di Christian Bergamo, edizioni Rizzoli

 

Camilla ha ordinato una Coca Cola con l’aggiunta di ghiaccio, Diego un bicchiere di amaro, mi pare.
Come ci si sente a quarant’anni, era quello l’argomento principale. Se lo sono chiesti spesso, dissacrando e confessando.
«Alla vostra età è cominciato il mio secondo tempo, quindi ne avete ancora» ho raccontato inserendomi furtivo nel discorso.
«Questo locale non esisteva, io ero altro, si cambia talmente tante volte nella vita.»
Diego ha tirato su il bicchiere per bere e ha detto: «Peccato che ci ricordiamo soltanto delle volte in cui non abbiamo avuto il coraggio di cambiare».
(nella Ventiduesima ora)

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Un’ora” di Christian BergamoRizzoli. A Garamond Type.

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