“La musa scarlatta” di Sarah I. Belmonte: recensione libro

Ogni tanto capita che una donna realmente esistita incontri una scrittrice, inizi a invaderle i pensieri, a instillarle l’urgenza di raccontare la sua storia. Ogni tanto una scrittrice la ascolta e riesce a empatizzare talmente tanto con lei da riuscire in modo credibile e plausibile a trasferire sulla carta non solo la sua vita ma anche il suo sentire, i suoi moti interiori, la «sua bellezza ricca di fragilità e controsensi». È quanto è accaduto a Sarah I. Belmonte che ha incontrato Olympe de Gouges e l’ha raccontata nel suo ultimo libro, LA MUSA SCARLATTA, edito da Rizzoli. E le sono grata perché ho potuto scoprire la storia affascinante, e per me finora sconosciuta, di questa drammaturga e attivista francese che visse e morì durante la Rivoluzione Francese, e perché mi sono sentita vicina a lei, oggi, nel 2023, in un’epoca parimenti ricca di contraddizioni e fermenti.

Essere donna

Essere presi sul serio, non essere derisi, affermarsi nonostante il proprio genere: chi non lo desidera? Negli ultimi anni del 1700 non era affatto scontato, essere donna era stare sempre un gradino più in basso degli uomini, parlare con una voce inaudibile, venire giudicata se capace di mantenersi da sola, era vivere da essere inferiore, vivere senza diritti anche se scrittrice famosa. Solo perché donna.

La ‘Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina’

Oggi le cose sono cambiate, anche se si potrebbe aprire un dibattito infinito sull’inclusività e sulla parità di genere. Non è questa la sede per farlo. Ma se lo possiamo fare è anche grazie a Olympe de Gouges (pseudonimo di Marie Gouze, Montauban, 7 maggio 1748 – Parigi, 3 novembre 1793), che nel 1791 ebbe l’ardire di scrivere la ‘Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina’ per dichiarare e reclamare l’uguaglianza politica e sociale tra uomo e donna. Questo concetto era sfuggito ai rivoluzionari (uomini) nella loro omologa Dichiarazione, e in tal modo i principi di fraternité, egalité e liberté erano andati a farsi benedire.

La musa scarlatta di Sarah Belmonte

«Questa è il nostro grido di guerra, spada e scudo. Educhiamo la nazione!»

La Dichiarazione di Olympe venne affissa sui muri di Parigi da lei e dalle donne ribelli che si incontravano in segreto, strette in un patto di sorellanza, in pieno tumulto rivoluzionario, e così colorarono di scarlatto la città, il perché di questo colore tocca scoprirlo leggendo il romanzo.

«Era rimasta sveglia tutta la notte a mettere note a margine del testo della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino che una settimana prima era stata emanata dall’Assemblea. Un obbrobrio chiaro che eliminava le teste delle donne da ogni ruolo, anche dal margine della società. Stringeva quei fogli tra le mani e li avrebbe fatti volare su Parigi volentieri.»

«Per una volta, immaginiamo di essere libere di pensare al nostro futuro, il cambiamento deve venire da noi stesse, dal nostro genere, nessun uomo è interessato veramente alla libertà delle donne.»

Una di noi

Olympe ascolta il suo cuore ma anche la Ragione, vive e combatte per i suoi ideali, su tutti la libertà, è combattuta tra due uomini ma ama veramente solo suo figlio, affida i suoi desideri a una gabbia che è anche metaforica, guarda la ghigliottina e non la teme. Olympe è una di noi.

«Non resterò uno scarabocchio nella vita degli altri.»

 

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La musa scarlatta” di Sarah BelmonteRizzoli. A Garamond Type.

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