Da pochi giorni è uscito COSA SI PROVA (Mondadori) il libro più autobiografico di Sophie Kinsella, nel quale racconta la storia di Eve, una scrittrice di successo che si risveglia in un letto di ospedale, senza ricordare il motivo. Guarda caso, è stata operata per un tumore al cervello, ha un marito amorevole e cinque figli. Come lei.
Il coraggio di raccontarsi
Amo Sophie Kinsella. La amo da quando ho letto nel 2000 il suo romanzo I LOVE SHOPPING. E gliel’ho anche detto quando nel 2017 mi sono presentata a un firmacopie con una sciarpa verde (chi ha letto il libro appena citato SA!) e lei mi ha accolta gridando di gioia e mi ha permesso di fotografarci nonostante il divieto assoluto dell’ufficio stampa (ancora sorry, sorry!).
Quando lo scorso aprile ha annunciato di essere affetta da glioblastoma, un tumore al cervello aggressivo e praticamente incurabile, non potevo crederci. Ma ho dovuto farlo, purtroppo.
Uno stile diverso ma sempre ironico
Kinsella è come sempre ironica, del resto è inglese, e si sa quanto lo humour sia un tratto caratteristico in Albione.
Questo suo racconto in modo semplice e toccante mi ha commossa non poco, perché è del tutto evidente quanto sia stata dura nella realtà questa fase della sua vita. Ma è anche chiarissima la sua gratitudine per il sostegno ricevuto anche da tutti noi suoi lettori.
Grazie per la speranza, Sophie!
Penso che ci sia voluto del gran coraggio a mettere nero su bianco una malattia così invalidante, a comunicarla, ma credo fermamente che questo sforzo sia valsa tutta la speranza che riesce a trasmettere, sia ai malati di cancro, sia a chi se ne prende cura. La speranza, anche, di imparare a vivere e amare in modo nuovo. Perché il lieto fine è «poter andare avanti».
«”Fortunatamente“ è una parola chiave nella loro famiglia. Hanno insegnato ai figli che se la attaccano a una qualunque frase negativa, è possibile ribaltare la situazione, ad esempio: Piove. Ma fortunatamente abbiamo tutti l’ombrello. Odio l’hockey. Ma fortunatamente gioco anche a calcio. Ho un cancro incurabile. Ma fortunatamente l’ultima risonanza andava bene.»
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“Cosa si prova” di Sophie Kinsella, Mondadori. A Garamond Type.