“Sfondate la porta ed entrate nella stanza buia” di Enrico Macioci, recensione: Un libro tra le mani.

SFONDATE LA PORTA ED ENTRATE NELLA STANZA BUIA... ovvero le ultime parole di Alfredino Rampi.

Credo proprio di aver appena finito di leggere il libro più bello del 2022!!!
Macioci riesce a fondere romanzo e cronaca, senza togliere niente a nessuno dei due, anzi facendo sì che l’uno possa nutrirsi dell’altro, dando vita ad un romanzo meraviglioso, toccante, che indaga chi siamo stati e dove stiamo andando…

Alfredino…

Il 10 Giugno 1981 è una data che risuona nell’anima di tutti coloro che c’erano, anche in quelli che, come me, erano molto piccoli (io avevo quasi 5 anni) e non si rendevano realmente conto di cosa stesse accadendo, ma percepivano la gravità nelle parole degli adulti, una tensione tangibile nell’aria, e una paura cieca negli occhi delle madri…
Io ricordo che il nome di “Alfredino” era pronunciato continuamente, quasi fosse uno di famiglia, e il dolore che provocò la sua vicenda fu un dolore collettivo, amplificato, insopportabile…

Ancora oggi il suo nome e quello della località dove si consumò la tragedia (Vermicino), mi provocano un senso di malessere, mi fanno sentire sopraffatta da una sensazione d’impotenza, di sconforto.

“Erano all’incirca le diciannove. L’aria era mite e l’estate si allungava […]
Un bimbo tornava a casa. Forse aveva fretta di arrivare. Forse aveva fame o paura o invece era contento. Forse correva. A un certo punto mise un piede in fallo.
E noi con lui.”

Questo libro ci racconta di tre bambini di sei anni (uno realmente esistito) che, il 10 Giugno 1981, mentre nel mondo fa la sua prima comparsa l’AIDS e Papa Giovanni Paolo II rischia di morire in un attentato, scoprono la paura, la fragilità (e debolezza) del mondo degli adulti.
Sperimentano la solitudine e la disillusione.
Mentre Alfredo Rampi cade all’interno del pozzo artesiano che mai lo restituirà alla luce, Christian scompare e Francesco, il suo migliore amico, è disperato.

Il momento esatto in cui tutto è cambiato 

Macioci fa tornare a galla un’epoca, forse il momento esatto in cui abbiamo smesso di essere quelli che eravamo e iniziato ad essere quello che poi saremmo diventati: spettatori inermi del dolore, della morte.
L’attimo preciso in cui il “mostro” è entrato in quella scatola (la TV) e ci ha mostrato, senza nessun filtro, come muore un bambino.

Ma l’autore non usa la vicenda del Vermicino per acchiappare facili consensi, no, è molto rispettoso, delicato, lascia che sia un personaggio secondario, di sfondo, ma con tutta l’intensità di un evento che ha influenzato le nostre vite e segnato la fine di un mondo.

Quel mondo infatti non esiste più, un mondo in cui i bambini di sei anni escono da soli, di sera, prendono la bici e percorrono km e km, di nascosto, senza che nessun gps stia tracciando i loro spostamenti, senza uno smartphone in tasca ad accertare la loro posizione.
In questa era del “controllo a tutti costi” sembra quasi assurdo che noi, bambini degli anni ’80, siamo riusciti a diventare grandi, incolumi.

Guardiamo in fondo al pozzo…

Macioci ci invita a guardare in quel pozzo, per scoprire l’assenza del suo fondo, per scoprirci lì dentro, tutti, urlanti e disperati a guardare un puntino di luce sempre più lontano.
E in quel pozzo troveremo non solo il 1981, ma anche tutti quei momenti che hanno segnato in maniera indelebile la nostra vita: …il 2001 e le Torri gemelle, il terremoto del 2009, lo scioglimento dei ghiacciai, gli incendi in Australia, la pandemia, l’avvento dei social network attraverso i quali ci sbraniamo l’un l’altro senza nemmeno conoscerci…
Eppure non è la disperazione a fare da padrona in queste pagine, ma un senso di struggimento, di malinconia, di perdita di un qualcosa che non sono neanche in grado di definire cosa sia.

Quel giorno abbiamo tutti perso qualcosa, chi l’innocenza, chi un figlio, chi un amico, chi la fiducia nei genitori…
Siamo tutti entrati nella stanza buia e forse stiamo ancora aspettando che arrivi qualcuno a sfondare la porta, e a salvarci.

[P.s.: La bellezza della copertina (di Dezio) va di pari passo con quella del titolo e del suo contenuto. Un libro perfetto in ogni sua parte.]

 

“Sfondate la porta ed entrate nella stanza buia” di Enrico Macioci, TerraRossa Edizioni . Un libro tra le mani.

 

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