“Chesil beach” di Ian McEwan, recensione: Un libro tra le mani.

CHESIL BEACH… ovvero, la cronaca di un disastro.

Solo McEwan poteva raccontare una storia così, trattare un argomento come “la prima notte di nozze” con tanta eleganza, raffinatezza e contestualizzazione socio/economica/culturale, senza dimenticare l’aspetto delle relazioni interpersonali, dei sentimenti…

Generazione no-sex

Siamo nel 1962, e questi due giovani ragazzi di 22 anni, appena sposati, (“erano giovani, freschi di studi e tutti e due ancora vergini), sono assolutamente impreparati a quello che li attende da lì a qualche ora.
Sono il risultato di una generazione cresciuta a pane e tabù, quando parlare di sesso era non solo sconveniente, ma proprio inconcepibile.

Florence ed Edward si amano, ma non si conoscono come dovrebbero.
Lui è smanioso di poter finalmente coronare anche carnalmente il suo sogno d’amore, pur temendo di risultare troppo “precipitoso“.
Florence invece non ha semplicemente paura del sesso, ne è disgustata!

Chesil beach

L’incomunicabilità tra i due porterà ad una situazione imbarazzante ed incresciosa, dalle conseguenze catastrofiche.
Ed era proprio qui che McEwan voleva portarci… alle conseguenze del pudore, del moralismo e del bigottismo della classe borghese dei primi anni ’60.
Per farlo, però, l’autore dilata il tempo e ci porta per mano nel passato dei protagonisti, nella loro infanzia, nel loro ambiente di origine, riuscendo a condensare in poche pagine, i punti cardine di due vite che non sono riuscite ad unirsi, a fondersi, nonostante l’amore… lasciandoci con un grande punto interrogativo: quanto può cambiare la nostra vita in seguito ad un qualcosa che non abbiamo fatto?

 

Effetto sliding doors

L’eleganza della parola e la raffinatezza psicologica della prosa di McEwan (di cui noi possiamo godere grazie alla grande traduttrice Susanna Basso) qui raggiunge vette altissime, spazzando via ogni possibile prurito, voyeurismo e volgarità su cui era facile scivolare con questo tema.
Chiudiamo il libro con un leggero retrogusto amarognolo in bocca, per quella triste sensazione di aver assistito ad un qualcosa che sarebbe potuto andare diversamente…
Quell’effetto “sliding doors” continua a rigirare nella tua mente, perché da qualche parte, in questa storia, c’è un momento preciso in cui si poteva cambiare il destino.

 

“Chesil beach” di Ian McEwan, Einaudi editore. Un libro tra le mani.

 

Exit mobile version