“Una provvisoria diserzione” di Chiara Zucchellini: recensione libro

Abbandonare pezzi di vita è normale. Si cresce in tutto e le scelte portano a prendere nuove e diverse strade. A volte, quell’abbandono pesa. Lo sai bene. Eppure, tiri dritto perché cambiano le prospettive e le priorità.

All’inizio, soffochi la nostalgia con l’euforia del nuovo. Il passato resta indietro, puoi abbandonarlo e ricordarlo a seconda delle circostanze. Non puoi, certo, fracassarti la mente con pensieri inopportuni. Tormentarsi per qualcosa che è stato e che non è più alla lunga logora. Fiacca il fisico che lo trascina negli abissi del tormento. È importante ricordare, starci male senza alcuna via d’uscita invece è da scriteriati. Le situazioni seguono un po’ gli umori, il percorso dell’imprevedibilità, per cui cambiare pelle è ovvio. Il passato ritorna nei momenti di scoramento e quando lo abbandoni, devi camminare ancora per creare altro passato, altri ricordi. Questo ti servirà per riprendere ossigeno, ma anche per non ripetere gli stessi errori. Il passato è un monito. Sta a te capirlo quando ti si presenterà l’occasione e sta sempre a te creare un nuovo punto di partenza. All’inizio, incontrerai problemi e la tua testa sarà un martello pneumatico di dubbi, di incertezze. Solo la forza e la determinazione appianeranno le cose e il passato sarà più dolce.

In Una provvisoria diserzione di Chiara Zucchellini vivi il travaglio emotivo di un gruppo di ragazzi che hanno abbandonato il passato per ritornarci a gamba tesa con un foglio in mano. Ognuno di loro ha la sua vita, le sue paure, le sue speranze, tutti però guardano al passato per ricollocarsi meglio nel presente. Nelle loro esistenze si è inceppato qualcosa che poi torna a funzionare normalmente. Prima però devono passare nella gola profonda del patimento per assaporare appieno le conquiste. Disertare gli anni che sono stati, a volte, serve per recuperarli tutti in una serenità che quieta fino al prossimo scompiglio emotivo.

Lineare la narrazione. La storia prende il lettore sin dalle prime battute. La prosa non ha picchi di suspense, il racconto potrebbe sembrare qualcosa di già letto, ma ha il suo perché.

Una provvisoria diserzione” di Chiara Zucchellini, Edizioni IoScrittore. Dream Book.

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