C’è un tempo per ogni cosa. Quando lo vivi pensi ad altro, ti lasci assorbire dal momento. Non ne apprezzi l’essenza, il valore, preso da altro, e poi non ti pare una cosa importante. Ciò che è passato lo rievochi con i ricordi. Torni indietro per tirare avanti. Ti accorgi che il prima ha bonificato alcune scelte che sono seguite nel tempo. Certo, talune sono il frutto di decisioni maturate con consapevolezza o dettate dal bisogno.
Eppure, il passato è un’eredità preziosa per un presente graffiato da pericoli e da incognite. La memoria può incagliarsi, i ricordi però regolano il respiro che si accomoda alla nostalgia. Nulla può più tornare indietro anche se si pensa di aggiustare le situazioni a proprio favore. Abbandonarsi ai ricordi significa vivere una seconda volta con tutti i sensi allerta. Quello che è sfuggito viene recuperato, nei significati e nelle emozioni. Nella vita puoi prendere tutte le scorciatoie che vuoi, essere diligente, correre per non perdere niente di ciò che ti sei prefissato, ma i ricordi arrivano anche quando tutto è spento.
In Rinascita di Claudio Damiani l’autore racconta i suoi primi anni di vita passati in un villaggio minerario nel nord della Puglia tra la fine degli anni Cinquanta e l’inizio degli anni Sessanta. In quel posto ritorna, poi, altre volte da adulto e quella terrà lì, con il tempo, ha conosciuto abbandono e disfacimento. I ricordi dello scrittore sono nitidi e tutto viene visto con gli occhi di lui bambino che rievoca la natura ricca di fascino, mitica ed arcaica.
Il libro è evocativo. La narrazione è una tavolozza di fatti che tornano alla mente e che visti, con il senno di poi, assumono un profumo diverso. La scrittura è elegante, è prosa lirica.
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