“L’orfana di Venezia” di Harriet Constable: la storia di una delle più grandi violiniste del Settecento

Il talento senza ambizione è poca cosa. All’inizio non sai neanche di averlo. Ignori le tue capacità. Senti il fremito di qualcosa di speciale che ti scuote l’anima, ma ti mancano ancora gli strumenti giusti per orientare al meglio il proprio talento. Comprendi che hai delle capacità notevoli, brillanti, che vanno curate.

È necessario impegnarsi, studiare molto. Senza la determinazione che porta ad un impegno costante e forte non si ottiene nulla di duraturo, di solido. Perderai qualcuno o qualcosa lungo la strada per il successo, te ne accorgi quando lo sforzo aumenta di giorno in giorno per alzare il livello di quel talento che poi sarà riconosciuto come geniale. Non lo vuoi solo per te. Vuoi soprattutto che gli altri ti riconoscano come una persona speciale, dotata di una dote che pochi hanno e per questo l’ammirazione sarà tanta e sincera. Il talento che hai non può restare fermo, ignorato. Spetta a te farlo volare, circolare, trasmettere. Se sei davvero capace in qualche arte, arriva sempre il momento in cui esclameranno ed acclameranno il tuo nome. Ti riconosceranno come un genio, come un punto di riferimento a cui guardare ed ispirarsi. Ma devi faticare, esercitarti e lavorare sodo lasciando andare ciò che, nella tua visione di vita, è superfluo.

In L’orfana di Venezia di Harriet Constable conosci la storia di Anna Maria della Pietà, una delle più grandi violiniste del Settecento. Il suo maestro fu Antonio Vivaldi. Il Prete Rosso insegna presso l’Ospedale della Pietà, uno dei grandi orfanotrofi femminili di Venezia, dove bambine e ragazze senza famiglia vengono instradate alla musica. Anna Maria, orfana, dimostra un talento straordinario. Lei sa chi vuole diventare e cosa riesce a creare con il violino. Sa anche che non basta il talento, la Storia la scrivono gli uomini. Della sua musica, compone anche, e della sua ambizione di donna consapevole delle sue brillanti qualità per la musica, non è rimasta traccia. Così anche dello straordinario retroscena delle Quattro Stagioni.

Il romanzo è un portento di storia, contenuti, scrittura ed emozioni. Il lettore sente il violino parlare ad Anna Maria. Vede anche le sue dita muoversi con l’archetto e sulle corde dello strumento musicale nei sorprendenti virtuosismi che incantano tutti, Vivaldi compreso. La scrittura è una promessa.

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“L’orfana di Venezia” di Harriet Constable, edizioni Piemme.  Dream Book.

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