L’avidità di potere non porta a nulla di buono. Ti trasforma in peggio. Quando hai una qualche autorità pensi che tutto ti sia dovuto. Alcuni fanno in modo di non essere ostacolati nell’ascesa del proprio potere che può ramificarsi in quello economico, sociale, istituzionale, personale. Non si è mai sazi di potere.
In La presidente di Alicia Giménez-Bartlet entri a gamba tesa nel corrotto e spietato mondo della politica. A Madrid, in una stanza d’albergo viene trovato il cadavere di Vita Castellá. La vittima è la presidente della Comunità Valenciana. Qualcuno le ha fatto trovare un caffè al cianuro. Il decesso, alla stampa e all’opinione pubblica, si fa passare come un suicidio. Questa versione conviene a molti. Diverso il quadro per due ispettrici di polizia, alla loro prima indagine, che, pur fortemente ostacolate su più versanti, riportano ordine nel caso e rispetto per quella dignità di cui gli onesti sono capaci.
Il romanzo è una corsa sino all’ultimo indizio. La storia crea suspense per i colpi di scena piazzati nei punti giusti. Le figure delle due ispettrici, ironiche e cazzute, potrebbero non convincere pienamente, eppure hanno quel non so che.
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“La presidente di Alicia Giménez-Bartlet”, edizioni Sellerio. Dream Book.