“I diari del Boss Parole” di Lirio Abbate: parole, segreti e omissioni di Matteo Messina Denaro

Fallire, per chi è stato protagonista assoluto di una parte della storia di un Paese, è uno scacco insopportabile. Se la sconfitta, poi, riguarda i legami di sangue tra padre e figlio, maggiore sarà la bastonata da sopportare. Quando il padre è l’ultimo grande padrino di Cosa nostra, allora le cose assumono un significato diverso perché tutto ruota attorno alla lotta più intima di un criminale per farsi conoscere dal sangue del suo sangue. Dove non possono arrivare gli sguardi arrivano le parole, e non è detto che vengano lette o, peggio, accettate.

“I diari del boss” di Lirio AbbateLe situazioni non vanno sempre come si vorrebbe. Pur decidendo e controllando tutto con scrupolo, qualcosa sfugge al proprio dominio, così, le storture più invadenti diventano le più spigolose. Nulla puoi con un figlio se non lo hai mai conosciuto specie se, al contrario, ti sei fatto conoscere nel modo più feroce. Neanche l’amore può tanto dinanzi all’orrore che hai seminato. Ed è proprio tuo figlio a piegarti rinnegandone il nome sulla base di un carico di omicidi, di terrore, di azioni terribili e criminose, troppo pesante da accogliere. Allora, ti accorgi che il codice, le regole che hanno segnato da sempre la tua vita, e che hai imposto a tutti, ai tuoi sodali e non, non hanno presa con la famiglia che hai creato e che non hai vissuto perché in latitanza. Ti gira le spalle riconoscendo la parte sana dei valori della vita. E tu, boss mafioso, hai fallito. Con te stesso, con il sangue del tuo sangue e con lo Stato.

“I diari del Boss” di Lirio Abbate

In I diari del Boss Parole, segreti e omissioni di Matteo Messina Denaro di Lirio Abbate conosci qualcosa che nella storia della criminalità organizzata e dei suoi capi indiscussi non si è visto mai. Il padrino, Matteo Messina Denaro, scrive di suo pugno dei diari privati, li chiama “libricini”. La sua scrittura è a stampatello, ordinata, precisa, riflessiva. Si tratta di sfoghi, di appunti, di ricordi che poi diventano una sorta di lunga corrispondenza a senso unico con la figlia Lorenza che non ha mai conosciuto. Il Boss voleva raccontare la sua vita per dire alla figlia la verità su di lui, così com’era, perché solo lui la conosceva. Il materiale, rinvenuto in una perquisizione dopo il suo arresto, è unico. Emerge un ritratto del capoclan inedito, intimo e privato pur manipolato ad arte dallo stesso Matteo Messina Denaro, che è una delle figure più oscure della storia criminale non solo italiana. Il capomafia parla che del rapporto con la sua famiglia d’origine, con le donne della sua famiglia e con quelle con le quali ha stretto legami sentimentali. Affronta, inoltre, temi come la giustizia, la religione e l’onore.

Il libro è molto interessante. È prezioso. Lirio Abbate, da cronista ed esperto di mafia, riesce a dare una composizione acuta ed attenta alle parole scritte dal boss nei libricini. È tutta una scoperta la figura del padrino che ha cambiato l’assetto della cupola mafiosa e che ha insanguinato il Paese.

Vieni a parlare di libri con tutti noi nel gruppo Facebook The Book Advisor

Per altri consigli sui libri da leggere potete ascoltare le audio recensioni di  The BookAdvisor qui.

“I diari del boss” di Lirio Abbate, edizioni Rizzoli.  Dream Book.

Exit mobile version