Dream Book

“Fiordicotone” di Paolo Casadio: recensione libro

L’odore di bruciato arriccia il naso, imbastardisce il respiro. Gli spazi, le luci, si impregnano di massa sfocata. Restano incollati ad una memoria che si è fatta missionaria. I ricordi arrivano chiari, nitidi, avvampano quando salta fuori qualcosa che aziona immagini e pensieri.

Nell’istante in cui succede non puoi tirarti indietro, ciò che hai vissuto ti si piazza davanti anche se cerchi di ricacciarlo nelle retrovie dei flashback. Rivivi, vedi, respiri, impari e vai avanti. Ti incagli per pochi momenti. Sai che quello che ha divorato le tue ore, i tuoi anni, si è fermato. Basta un nome, un luogo, un segno, un numero, a riportarti con la mente dove sei stato. Ti ritrovi nelle vene il desiderio di saltare il buio, ma non ne conosci il confine. Dentro hai lasciato tutto quello che ti affliggeva, che ti pesava, che ti faceva male. La paura, il dolore, la sofferenza, l’umiliazione, li spingi verso il basso quasi fossero stoppini da lasciare per altri tempi. Certi drammi, certe tragedie, ti restano addosso. Li hai vissuti e si agitano nelle viscere, si fanno strada, ti avvelenano i pensieri. Se sei un sopravvissuto, ti guardi e ti rimetti in piedi. Ti attacchi agli affetti, cerchi quello che hai perso, trovi ciò che non hai avuto. Respiri ed inspiri per sentire appieno la vita, per aggrapparti a tutto quello che non ti duole. Spesso però resti sospeso perché non riconosci quello che eri e quello che sei diventato. Arricci ancora il naso per sentire il profumo della quotidianità, per come ti sei costruito visto che eri finito nell’inferno.

In Fiordicotone di Paolo Casadio entri nella vita disperata, soffocata, di alcuni ebrei che, deportati ad Auschwitz, fanno ritorno a casa. Alma è una sopravvissuta. È l’unica superstite della sua famiglia. Prima di essere arrestata e finire, quindi, nel campo di concentramento, ha messo in salvo la figlia. Uno sconosciuto l’ha nascosta sotto il suo mantello. Alma è una bella donna e questo l’ha salvata dalla morte, ma la puzza di bruciato delle vite arse nei forni le resterà attaccata. Lei è condannata alla vergogna, all’umiliazione, al dolore soffocato se voleva restare in vita. Doveva assecondare vizi, desideri, comprenderne le sfumature dei cambiamenti repentini di umore degli ufficiali che la tenevano con sé. Si è costruita un’armatura dentro, le sue ore erano appese ad un filo di esecuzione fisica. Alla fine della guerra torna a casa, a Lugo di Romagna. Non ha più nulla, l’abitazione dove ha vissuto non le appartiene più, ma ha il desiderio di trovare sua figlia.

Il romanzo è bellissimo. La storia è toccante. La scrittura è fluida, emotiva. La prosa conquista, il lettore si lascia vestire dalla narrazione. Sente e vede tutto in modo limpido. Finisce dentro alle parole, anche in quelle volutamente taciute che si fanno largo nelle pagine al pari di quelle fissate dall’inchiostro. Il libro merita e molto anche.      

 

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“Fiordicotone” di Paolo Casadio, Manni Editore. Dream Book.

Lucia Accoto

Lucia Accoto. Critico letterario Rai Cultura per Mille e un libro Scrittori in Tv di Gigi Marzullo su Rai1. Giornalista pubblicista, recensore professionista. Lettura, scrittura e stile, fonti di vita e di ispirazione

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