Libri in pillole

“Bacio feroce” di Roberto Saviano: recensione libro

Bacio feroce è il secondo capitolo del precedente romanzo di Roberto Saviano, la Paranza dei bambini, in cui la giovane banda di paranzini, capeggiati da Nicolás Fiorillo, O’Maraja , decide di impossessarsi delle piazze di spaccio della droga, sfidando anche le più potenti famiglie di camorristi.

Ce li mandiamo in un generico plurale, i baci. Tanti baci. Ogni bacio
però è a sé, come i cristalli di neve. Non è solo questione di come
viene dato, ma come sorge: l’intenzione che lo nutre, la tensione che
lo accompagna. E poi come viene ricevuto o respinto, con quale
vibrazione – d’allegria, di eccitazione, di imbarazzo – si accoglie. Un
bacio che scocca nel silenzio o distratto dal rumore, bagnato di
lacrime o compagno di risate, pizzicato dal sole o nell’invisibile del
buio.
I baci hanno una tassonomia precisa. Quelli dati come un timbro,
uno stampo di labbra sulle labbra. Bacio passionale, bacio ancora
acerbo. Gioco immaturo. Dono timido. I suoi antagonisti: baci chiamati
“alla francese”. Le labbra si incontrano solo per dischiudersi: uno
scambio di papille e nodi, di umori e carezze con la polpa della lingua,
nel perimetro della bocca presidiata dall’avorio dei denti. I suoi opposti
sono i baci materni. Labbra che s’imprimono sulle guance. Baci
d’annuncio di quanto seguirà subito dopo: l’abbraccio stretto, la
carezza, la mano in fronte per misurare la febbre. I baci paterni
sfiorano gli zigomi, sono baci di barba, pungenti, segno fugace
d’avvicinamento. Poi ci sono i baci di saluto che sfiorano la pelle, e i
baci rattusi impressi di soppiatto, piccoli agguati bavosi che godono di
un’intimità furtiva.
I baci feroci non sono classificabili. Possono sigillare silenzio,
proclamare promesse, impartire condanne o dichiarare assoluzioni. Ci
sono i baci feroci che sfiorano appena le gengive, altri che si spingono
quasi in gola. Eppure i baci feroci occupano sempre tutto lo spazio
possibile, usano la bocca come accesso. La bocca è solo la pozza in
cui immergersi, per scovare se c’è anima, se c’è davvero altro a
rivestire il corpo oppure no – il bacio feroce è lì a scandagliare
quell’abisso insondabile o a incontrare un vuoto. Il vuoto sordo, buio,
che nasconde.

Una storia cruda, in cui ragazzini tra i 13 e i 18 anni parlano di droga, pistole, spedizioni punitive, uccidono su commissione in una forsennata e folle corsa al potere per il controllo del proprio quartiere.
Un romanzo scritto da Saviano partendo dallo studio di documenti riguardanti l’uccisione di Emanuele Sibillo, piccolo boss 19enne di Forcella freddato nell’estate del 2015.

“Bacio feroce” di Roberto Saviano, edizioni Feltrinelli. Libri in Pillole.

Alessandro Oricchio

Dottorando in studi politici Sapienza Università di Roma, speaker di Teleradiostereo, giornalista pubblicista iscritto all'Odg del Lazio. Amante dei libri, dei viaggi, del calcio, della lingua spagnola, del mare e della cacio e pepe.

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