Natura e uomini in tre libri

Ri-contattare il proprio tempo, i sensi e lo spazio si propone come un’azione dispendiosa e complessa, che porta via non solo energie ma anche e soprattutto tempo. Natura e uomini hanno bisogno di trovare un equilibrio, ma come?

Tre libri per raccontare tre approcci che intersecano arte, psicologia e botanica.
Affrontiamo oggi tre autori, tre libri, l’equilibrio fra natura e uomini.

Andrée Bella – Socrate in giardino

Uno strano paradosso è anche quello di essere qui a provare a coltivare la terra che noi siamo, a partire dall’osservazione di quella che abbiamo sotto i piedi, e intorno. Un laboratorio per esercitare noi stessi, per imparare a riconoscere le nostre parentele animali e vegetali, i nostri istinti di volo e di tuffo , le ramificazioni delle nostre braccia, per imparare a sentire l’impossibilità della vita senza il sole e per imparare con lui ora, nel nostro microscopico essere, a tramontare.

Il lettore spesso rifugge il contatto con la natura e con se stesso quando a far da guida è un saggio. Le motivazioni sono le più disparate e personali. La mancata fiducia è una di queste: mancata fiducia nei libri, negli autori e nella libertà di scelta.

Andrée Bella, con Socrate in giardino, si tramuta in una finestra sul mondo. Psicologa clinica, sceglie un approccio che interseca la filosofia, la ragione e il giardino. Raccogliere la terra sotto i piedi per ricordare quali sono gli strumenti che ci consentono, quotidianamente, di crescere e raggiungere altezze consone al nostro benessere.

Natura e uomini sono così racchiusi in un percorso differente dal solito, dedito quasi alla costruzione di un rapporto con la natura che deve necessariamente partire dalla ri-costruzione del lettore.

Jonathan Drori – Il giro del mondo in 80 alberi

Mia madre aveva ragione. C’è un intero mondo in ogni albero, che non solo merita di essere apprezzato, ma spesso ha anche bisogno della nostra protezione.

Partire dai primi ricordi per ricreare un percorso nella memoria, scavare nel profondo per arrivare alle radici e da lì risalire.

Jonathan Drori, con la collaborazione di Lucille Clerc per le illustrazioni, pubblica con L’ippocampo edizioni Il giro del mondo in 80 alberi. Non vuole insegnare nulla, non si pone alcun obiettivo se non quello di divulgare storie a colori.

Natura e uomini sono qui l’uno di fronte l’altro, si scrutano e si osservano. Si conoscono come prima di concedersi per un ballo in un giardino.

Antonio Perazzi – Il paradiso è un giardino selvatico

Il giardino è come un’amante quando la scintilla nei suoi occhi s’irradia come raggi del sole che varcano il cielo. È la musica lieve delle cicale che va scemando sul finire del giorno, fino a venir sostituita dal canto rilassante dei grilli notturni. È la seduzione del concerto dell’altro paesaggio che accoglie le piante e tutti gli altri organismi viventi di cui il giardiniere diventa padre, lare, custode e poeta. Nel giardino ci sono cose che possiamo comprendere e altre che non sapremo mai.

Finalmente siamo giunti alla fine. Il lettore è ora pronto ad osservare che Il paradiso è un giardino selvatico senza ricorrere a strumenti esterni. I sensi si sono aperti per accogliere la bellezza.

Da questo momento in poi un comune cespuglio racchiuderà più di semplici rovi, foglie e forse fiori. Il percorso prosegue in autonomia, seppur sotto la guida esperta di un botanico d’eccezione come Antonio Perazzi.

Natura e uomini diventano così collaboratori, promotori di arte, caos e autonomia. La natura si mostra qui, attraverso le piante, come un modello da cui trarre spunto per tornare a seguire Socrate in giardino, senza dover trarre nutrimento da altri esseri.

Natura e uomini devono imparare a bastarsi da soli, almeno per un po’.

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