Quali sono i libri da leggere prima di andare in Brasile? In questo articolo troverete i 10 libri da leggere prima di visitare il Brasile, consigliati dai lettori del gruppo Facebook The Book Advisor. I dieci titoli più votati nel sondaggio sono quelli che troverete di seguito. Consigli dei lettori, per lettori, per la rubrica Libri per Viaggiare.
Ecco la lista dei dieci libri da leggere prima di volare in Brasile.
Dona Flor e i suoi due mariti – Jorge Amado
Per i dieci libri da leggere prima di visitare il Brasile ho votato “Dona Flor e i suoi due mariti” innanzitutto per l’autore, secondo me uno dei migliori sudamericani. Lo stile di questo libro, divertente e dissacrante al tempo stesso, vi strapperà diversi sorrisi, ma vi farà apprezzare soprattutto la ricchezza di un linguaggio e di una capacità espressiva che, scavalcando l’immenso autore, solo un brasiliano credo possa avere. (Nadia Agostini)
Descrizione
Il romanzo ruota attorno alla vedovanza di dona Flor e al suo lutto stretto, vissuto nel ricordo di Vadinho, delle loro ambizioni, del fidanzamento e dello sposalizio. Coglie l’intimità della giovane vedova, il suo riserbo, le sue notti insonni e la sua insoddisfazione. Racconta di come arrivò onorata al suo secondo matrimonio, quando il fardello del defunto cominciava a pesare sulle sue spalle, e di come visse in pace e armonia, senza dispiaceri né soprassalti, con suo bravo secondo marito, nel mondo della farmacologia e della musica. E mentre lei brilla nei salotti e il coro dei vicini le ricorda la sua felicità, Vadinho, nel suo corpo astrale, la visita, la corteggia, le elargisce gioie eccezionali e consigli formidabili.
“Dona Flor e i suoi due mariti” di Jorge Amado, edizioni Garzanti.
Teresa Batista stanca di guerra – Jorge Amado
Un romanzo popolare, una saga che Amado immagina di aver raccolto qua e là dalla bocca della gente che ha veramente conosciuto la ragazza Teresa, simbolo della forza misteriosa che appartiene solo alle donne. Vita e miracoli di Teresa Batista venduta tredicenne dai parenti a un turpe orco stupratore, giustiziera del suo tiranno, prostituta capace di ridiventar vergine a ogni nuovo amore, sambista inarrivabile, irriducibile debellatrice del diavolo nero, indomita sindacalista dei bordelli, generosa animatrice di ogni rivolta contro l’ingiustizia terrena; santa, probabilmente figlia della divinità guerriera Iansã, o addirittura, Iansã stessa, eternata con divertimento e golosità inesauribili dal piú popolare narratore brasiliano.
“Teresa Batista stanca di guerra” di Jorge Amado, Einaudi Editore.
Gabriela garofano e cannella – Jorge Amado
Amado, tutto Amado, sempre Amado. Ho votato Gabriela cravo e canela (garofano e cannella per me) perché mi ha fatto respirare gli odori del Brasile e mi faceva quasi sentire i sapori esotici della sua cucins. Il romanzo è bellissimo e mi fece nascere un desiderio grandissimo di andare in Brasile, e pure di assaggiare la cucina brasiliana. E poi Teresa Batista stanca di guerra, per me il capolavoro di Amado. Nella vita difficile e dolorosa di Teresa si incontra la cultura di un Paese: la crudeltà, la bontà, l’amore, la generosità, il disprezzo, la corruzione, l’indifferenza, la bellezza e la pietà. E poi si immagina la luce di Bahia nel finale (che non svelo). L’ho letto due volte… (Milena Bertacchini)
Descrizione
Profuma di garofano e ha la pelle color della cannella la bella mulatta che Nacib vede un giorno al mercato degli schiavi. Incantato dalla sua prorompente sensualità, l’arabo Nacib l’assume come cuoca, rendendola ben presto regina della sua vasta casa. Ma Gabriella, selvatica e ingenua, non sa distinguere, perché l’amore è per lei un fatto spontaneo: ama Nacib, ma si dona anche ad altri, senza malizia alcuna… Jorge Amado si serve del suo sguardo per raccontare i personaggi, i colori, i profumi dello Stato di Bahia all’inizio del Novecento: talmente bello e luminoso da sembrare un paradiso terrestre.
“Gabriella garofano e cannella” di Jorge Amado, edizioni Mondadori.
Grande Sertão – João Guimarães Rosa
“Favoloso altipiano del Brasile profondo, deserto-brughiera dei Campos Gerais rinverdito di improvvise palme giganti, il ‘sertào’ di Guimaràes Rosa è uno spazio magico percorso nell’intrico dei suoi sentieri da santoni e banditi, popolato di mandrie e di piccoli uomini da nomi altisonanti come di eroi di saghe remote. Un universo chiuso, con le sue leggi e le sue opposizioni manichee: Dio e il diavolo, il bene e il male, il lato chiaro e il lato oscuro, l’ordine e il disordine, la guerra e la pace, la legge e i fuorilegge, la siccità e l’abbondanza; ma dove spesso la contingenza e il punto di vista mescolano le tessere così che l’interpretazione ne appare più che stravolta, inaccessibile. ‘Vivere è molto pericoloso.’ L’affermazione scandisce come uno slogan tutto il racconto di Riobaldo il quale, più che protagonista della vicenda, si presenta a noi come lo storico, il narratore. Se, come voleva Guimaràes Rosa, ‘alle volte un libro è maggiore di un uomo’, questo libro magico e consolatorio, in cui il rimpianto dell’amore irrealizzato ha la dolcezza pungente di una colpa di inadeguatezza, è forse il dono più grande che l’America Latina del realismo magico e il Brasile della parola iridata hanno fatto in questi anni a un’Europa di disseccato cerebralismo. Un capolavoro riconosciuto della letteratura brasiliana e un classico ormai della narrativa del nostro secolo.” (Luciana Stegagno Picchio)
“Grande sertão” di João Guimarães Rosa, edizioni Feltrinelli.
La vita invisibile di Eurídice Gusmão – Martha Batalha
Rio de Janeiro, anni Quaranta. Nel quartiere di Tijuca, tutti conoscono le stranezze di Eurídice e Guida Gusmão. Bellissima e ribelle, Guida è fuggita di casa per coronare il proprio sogno d’amore con il rampollo di una famiglia che si opponeva al fidanzamento. Mentre Eurídice, figlia modello rimasta a consolare i genitori, è una moglie devota e attenta, salvo poi, di tanto in tanto, lanciarsi in qualche bizzarro progetto per passare il tempo. Ma che sperimenti fantasiose ricette a base di curcuma e latte di cocco, avvolgendo la cucina in una nuvola seducente di aromi che mai si erano sentiti in una casa rispettabile, o trasformi il salotto in un atelier di sartoria all’ultima moda, ogni sua iniziativa è destinata al fallimento. La società carioca non è ancora pronta per dare spazio alle donne intraprendenti e nessun uomo è interessato ad avere una moglie che pensa, meglio accontentarsi di una vita tranquilla e senza scossoni. E Antenor, il marito di Eurídice, non è da meno. Finché, un giorno, Guida si presenta alla porta della sorella. Infelice e sventurata, è disposta a tutto per sopravvivere. Con o senza un marito al proprio fianco. Sullo sfondo di una città che brulica di passione e di vita, si dipana il rocambolesco percorso di emancipazione delle due sorelle e il loro tentativo di scendere a patti con il ruolo imposto dalla società dell’epoca. Perché ogni grande rivoluzione comincia tra le mura domestiche.
“La vita invisibile di Eurídice Gusmão” di Martha Batalha, edizioni Feltrinelli.
La guerra della fine del mondo – Mario Vargas Llosa
Alla fine dell’Ottocento, nel Nordest del Brasile, appare una strana figura di santo e di profeta – «le ossa sporgenti e gli occhi ardevano di un fuoco perpetuo» – che attira intorno a sé migliaia di persone sbandate e vinte dalle ingiustizie della vita. Così comincia la storia della piccola e remota Canudos, solitario avamposto contro l’immenso Brasile e incontaminato luogo di pace, che sarà raso al suolo e cancellato dal nuovo governo repubblicano. Raccontando «cose attuali, concrete, quotidiane, inevitabili come la fine del mondo e il giudizio universale», Vargas Llosa ricrea uno dei più tragici episodi della storia dell’America Latina, facendone un romanzo e una saga di forte intensità, specchio realistico e insieme fantastico delle crudeltà, speranze e illusioni dell’uomo.
“La guerra della fine del mondo” di Mario Vargas Llosa, edizioni Einaudi.
Due storie del porto di Bahia – Jorge Amado
Le Due storie del porto di Bahia appartengono alla fase più matura della narrativa di Amado. Lasciati cadere i tempi sociali dei primi romanzi, la narrazione prende i colori della terra di Bahia, le voci della mitologia gaia e sfrenata di quei luoghi. «Dove si trova la verità, mi rispondano per favore: nella piccola realtà di ciascuno o nell’immenso sogno umano?». È la voce di Amado a chiedercelo: un capitano di lungo corso sotto mentite spoglie, un rispettabile cittadino che fugge dalla monotonia quotidiana, preferendo anche da morto una compagnia di allegri dissoluti, ci danno in queste pagine un’esemplare risposta.
“Due storie del porto di Bahia” di Jorge Amado, Garzanti Editore.
Brasile – Stefan Zweig
Nell’estate del 1936 Stefan Zweig arriva per la prima volta in Brasile. Giungendo con la nave al porto di Rio, alla vista di quella città immensa, con le sue splendide isole, colline e baie, subito sente un’attrazione irresistibile per quel grande paese nel quale da lì a qualche anno tornerà per poi darsi la morte. A quell’epoca Zweig, all’apice della sua fama, ha già dovuto lasciare l’Austria e rifugiarsi a Londra: da tre anni Hitler ha preso il potere, le opere di Zweig sono state bruciate dai nazisti come quelle di Thomas Mann, Franz Werfel, Sigmund Freud, Albert Einstein e molti altri, e si sono intensificate le persecuzioni razziali con le leggi di Norimberga del 1935. Zweig sta assistendo al tragico, definitivo crollo del suo mondo, quella Mitteleuropa cosmopolita che lo scrittore ritrasse nel suo capolavoro autobiografico “Il mondo di ieri”. Il Brasile appare subito agli occhi di Zweig come una terra nuova e affascinante. E proprio allo scopo di presentarlo al lettore europeo, Zweig comincia a scriverne una breve guida che raccoglie le sue euforiche impressioni di quel primo viaggio. Da San Paolo a Rio de Janeiro, dai monti alle isole, dalle favelas agli incanti della notte brasiliana, Zweig ricostruisce in questo agile libro – che viene qui per la prima volta tradotto in italiano – il fascino di un paese che ancora conservava ai suoi occhi una vitalità che l’Europa cupa dei nazionalismi trionfanti sembrava avere ormai smarrito per sempre.
“Brasile” di Stefan Zweig, edizioni Elliot.
I capitani della spiaggia – Jorge Amado
Capitani della spiaggia di Jorge Amado, capolavoro che ho letto alle superiori per cui non finirò mai di ringraziare la prof di italiano. Parla della vita dei meninos de rua, bellissimo!!! (Sabrina Sasi Pino)
Descrizione
João Grande e Pedro Proiettile, il Professor Bella-Vita, il Gatto e Gamba-Zoppa, il negretto Barandão e la piccola Dora, il Siccità e il Lecca-Lecca sono i membri di una pericolosa banda di ragazzi che infesta il porto di Bahia in un’epoca di oppressione e di rivolta. Sono i bambini delinquenti, i reietti, il fiore nero e turbolento dell’abbandono e della miseria. Molti di loro vengono travolti, ieri come oggi, dalla crudeltà di una società nemica o dalla logica perversa dell’autodistruzione ma, ricorda Amado, ci sono anche quelli che la fortuna (gli adulti, la storia) può assistere. E se Dora e Almiro soccombono alla miseria e alla malattia, se Gamba-Zoppa cerca e trova la morte, se il Siccità si fa cangaçeiro, se il Gatto diventa bidonista e magnaccia, l’immensa sete di tenerezza e d’amore che mal si nasconde nella spavalda aggressività dei «Capitani» produce anche la vocazione religiosa di Lecca-Lecca, quella artistica del Professore, quella politica di Pedro Proiettile e Barandão.
“I capitani della spiaggia” di Jorge Amado, edizioni Garzanti.
Cacao – Jorge Amado
Dopo una breve infanzia agiata e felice a Sao Cristovao, la tragedia della morte del padre e i soprusi dello zio costringono il quindicenne sergipano (così chiamato perché nativo di uno stato del Nordest del Brasile, il Sergipe) a lavorare in fabbrica. Inseguendo i sogni collettivi di emigrare nelle zone del cacao, il ragazzo finisce per lasciare casa sua alla volta di Pirangi. Là, nella Fazenda Fraternidade del coronel Mané Frajelo, il mito del cacao crolla nell’impatto con la durezza della realtà e con la disperazione della miseria. Un romanzo corale, popolare, scritto con toni appassionati e vibranti da uno scrittore (appena ventenne) che vuole portare alla ribalta letteraria l’esistenza di classi sociali che soffrono.
“Cacao” di Jorge Amado, edizioni Einaudi.
10 libri da leggere prima di visitare il Brasile
Nei 10 libri da leggere prima di vistare il Brasile scelti dai lettori del gruppo Facebook The Book Advisor, dunque, compaiono prevalentemente i titoli di uno degli scrittori brasiliani più famosi, Jorge Amado.