Quali sono i libri da leggere prima di visitare il Veneto? In questo articolo troverete i 10 libri da leggere per scoprire dal punto di vista letterario il Veneto, consigliati dai lettori del gruppo Facebook Book Advisor. I dieci titoli più votati nel sondaggio sono quelli che troverete di seguito. Consigli dei lettori, per lettori.
Se dieci libri da leggere prima di andare in Veneto non sono sufficienti e volete saperne ancora di più, basterà cliccare qui sul sondaggio per scoprire quali sono stati gli altri titoli proposti e votati dai lettori del gruppo Facebook Book Advisor.
Ecco la lista dei dieci libri da leggere per scoprire il Veneto.
Romeo e Giulietta – William Shakespeare
Romeo e Giulietta perché è un romanzo che affonda le radici nella memoria storica oltre che nella poesia e nella letteratura Veneta. (Daniela Colangeli)
Descrizione
In “Romeo e Giulietta” (1595-1596) la morte è presente in vario modo fin dall’inizio. Ma è con il duello tra Mercuzio e Tebaldo che essa entra realmente in scena e avvia quella sua presa di possesso della città cui la tragedia conduce. Non solo, ma che la prima vittima sia Mercuzio, simbolo di giovinezza e di libertà, della gioia di vivere e della stessa gioia di far teatro, è anche indicativo di chi sia l’oggetto di questo assalto della morte: non i vecchi, ma i giovani, non il declinare della vita, ma il suo sbocciare, non la stanchezza, l’aridità del cuore, ma la sua freschezza, il suo desiderio d’amore. Tebaldo uccide Mercuzio; Romeo uccide Tebaldo, finché, come sappiamo, la morte aggredisce anche Romeo e Giulietta, e la “bella Verona” celebrata all’inizio si trasforma in una tomba. Nulla di vivo resta se non i vecchi, la cui faida e il cui egoismo, non il caso, hanno ucciso i giovani. Romeo e Giulietta potranno finalmente stare insieme ma solo nella cripta, con il loro amore raggelato per l’eternità nelle statue d’oro che i carnefici eleveranno a ricordo.
“Romeo e Giulietta” di William Shakespeare, edizioni Feltrinelli.
Il prete bello – Goffredo Parise
Descrizione
“Nel 1953 Goffredo Parise si trasferisce a Milano, dove ha trovato lavoro presso un grande editore. Ha pubblicato due romanzi che pochi conoscono – “Il ragazzo morto e le comete” e “La grande vacanza” – e ha il vago desiderio di scriverne un terzo che diverta e commuova “tanto da cacciare il freddo e la solitudine”: un romanzo “con molti personaggi allegri”, ma soprattutto “estivo”. Uscito nel maggio del 1954, “Il prete bello” riscuoterà un clamoroso successo. E rileggendolo oggi ci accorgiamo che il suo segreto sta tutto in quella genesi: nella festosa eccentricità dei personaggi che popolano un labirintico e fiabesco caseggiato nella Vicenza del 1940, e di colui che saprà stregarli tutti: don Gastone, il “prete bello”. Personaggi quali la ricca signorina Immacolata; le Walenska, madre e figlia, che si scaldano ingrandendo con una enorme lente l’unico raggio di sole che penetra nella loro stanza; il cav. Esposito, che tiene sotto chiave le cinque figlie concupiscenti; Fedora, la cui rigogliosa natura si spande dagli occhi e da tutto il corpo; e la cenciosa banda di ragazzi truffaldini e sentimentali che nei vicoli e sotto i portici cercano ogni giorno di sopravvivere. In tutti loro, nelle vene e nel sangue, l’atletico, elegante, vanesio don Gastone si infiltra come una passione oscura, violenta ma capace di dare improvvisamente vita – e come nel “Ragazzo morto e le comete” ci troviamo di fronte a “una sostanza poetica che ribolle e rifiuta di assestarsi entro schemi definiti”.” (Eugenio Montale)
“Il prete bello” di Goffredo Parise, edizioni Adelphi.
La morte a Venezia – Thomas Mann
Descrizione
Una Venezia estiva ammorbata da una peste incombente ospita l’inquieto Gustav Aschenbach, famoso scrittore tedesco che ha costruito vita e opera sulla più ostinata fedeltà ai canoni classici dell’etica e dell’estetica. Un sottile impulso lo scuote nel momento in cui compare sulla spiaggia del Lido la spietata bellezza di Tadzio, un ragazzo polacco. Un unico gioco di sguardi, la vergogna della propria decrepitezza, la scelta di imbellettarsi per nasconderla, sono i passi che scandiscono la vicenda. In pieno Novecento, Thomas Mann ha colto e rappresentato la grande cultura borghese in via di dissoluzione, in un’opera emblematica che fonde la perfezione formale con la rappresentazione degli aspetti patologici di quella crisi.
“Questa era Venezia, la bella lusinghiera e ambigua, la città metà fiaba e metà trappola,, nella cui atmosfera corrotta l’ arte un tempo si sviluppò rigogliosa, e che suggerì ai musicisti melodie che cullano in sonni voluttuosi”.
“La morte a Venezia” di Thomas Mann, edizioni Einaudi
Libera nos a malo – Luigi Meneghello
Per i libri da leggere per scoprire il Veneto consiglio Libera nos a Malo di Luigi Meneghello. Un ritratto della realtà del “paesino” tipicamente veneto. Il titolo gioca sul padre nostro, ma Malo è anche il luogo natio dell’autore. Autobiografico, tra la metà degli anni trenta e gli anni 60, tra fascismo e padrenostri. (Sara Mantiero)
Descrizione
“Liber nos a malo” è la presentazione della vita e della cultura di Malo, un paese della provincia vicentina, negli anni Venti e Trenta, ricreata, con un misto di nostalgia affettuosa, di distacco ironico, e di rigorosa intelligenza, dall’autore ormai adulto. Attraverso il microcosmo di Malo viene fissata e trasmessa compiutamente al futuro la vicenda di tutta la nostra società, nel breve periodo in cui passa da una statica e secolare civiltà contadina alle forme più avanzate della modernità, la vicenda addirittura di tutto il nostro mondo con le fratture che hanno segnato la sua precipitosa evoluzione.” (Giulio Lepschy)
“Libera nos a malo” di Luigi Meneghello, edizioni Bur.
Il male oscuro – Giuseppe Berto
Se non si conoscono i libri di Berto vi dico che “Il male oscuro” è bellissimo ma prevalentemente a Roma, “Il cielo è rosso ” Treviso ma è triste. Il migliore sarebbe ” La cosa buffa” a Venezia (meglio di Anonimo veneziano, scritto dopo l’uscita del film) (Federica Gusso)
Descrizione
Come sovente accade, questo romanzo e lo stesso Berto conoscono forse soltanto oggi quella che Benjamin definiva «l’ora della leggibilità». Comparato con le opere di quell’epoca caratterizzata da una società in piena espansione, Il male oscuro, come nota Emanuele Trevi nello scritto che accompagna questa nuova edizione, appare come «lo specchio, frantumato ma straordinariamente nitido, di un intero mondo, di un’epoca storica», un capolavoro assoluto dotato di «un’autorevolezza paradossale, che si basa sulla travolgente energia degli stati d’animo». Come i grandi libri, il romanzo presuppone una genealogia. Berto ha ammesso piú volte il suo debito con La coscienza di Zeno di Svevo e La cognizione del dolore di Gadda, dalla quale ricavò il titolo stesso del suo libro. Il male oscuro, tuttavia, segna una svolta fondamentale rispetto a queste opere precorritrici: non descrive semplicemente una nevrosi, ma la mima e la incarna. Il suo linguaggio è la manifestazione stessa del male, «l’epifania tragicomica della sua oscurità» (Trevi).
“Il male oscuro” di Giuseppe Berto, edizioni Neri Pozza
Anonimo veneziano – Giuseppe Berto
Descrizione
«Nato quasi per caso da un suggerimento di Enrico Maria Salerno, che da un proprio soggetto voleva trarre il suo primo film, Anonimo veneziano conquistò l’entusiasmo di Giuseppe Berto che si impegnò a scriverne i dialoghi durante un lungo soggiorno a Cortina d’Ampezzo dopo il travolgente successo del Male oscuro, spinto all’inizio, come in generale quando lavorava per il cinema, piú da ragioni “gastronomiche” come avrebbe detto Brecht, che da una maturata ispirazione, e, invece, poi convinto a lavorarci su per mesi e anni, fino a trasformarli in un fortunato testo teatrale prima e poi in uno straordinario romanzo breve che conquistò i suoi lettori, un autentico gioiello, “un piccolo capolavoro” come ha scritto Elio Chinol, che arricchisce e completa la serie dei suoi libri collocandosi senza dubbio tra i “migliori” […] In un testo che nulla concede all’ottimismo della ragione, al moralismo di un eterno riscatto, Berto, collocando il suo personaggio di fronte alla morte, si manifesta davvero come “un neoromantico” – tale si era già descritto nell’Inconsapevole approccio (1965) –, che ha bisogno soltanto o soprattutto di una donna la quale per amore sia disponibile a dargli una mano a vincere “la paura della paura” […]. Cosí Anonimo veneziano conquista il lettore con “la dignità di un piccolo classico” e resiste nella memoria incancellabile». (dall’introduzione di Cesare De Michelis)
“Anonimo veneziano” di Giuseppe Berto, edizioni Neri Pozza.
L’ultima anguàna – Umberto Matino
Descrizione
Estate del ’56. Tre fratellini, Vito, Marilù e Pino, sono in vacanza sulle montagne venete. La bucolica atmosfera alpestre fa da sfondo ai loro giochi, ma nasconde sotto l’apparente serenità oscure vicende e inafferrabili segreti. La valle, i boschi e i monti sono popolati da esseri magici e alberi fatati e aleggia ovunque la presenza inquietante delle anguàne, mitiche ninfe delle sorgenti. La spensierata vacanza prenderà così improvvisamente una piega inaspettata e drammatica. Dodici anni dopo il brigadiere Baldelli tenterà di far luce su quei lontani avvenimenti e scoprirà gli antichi rancori, le verità inconfessabili e i crudeli delitti che hanno avviluppato i protagonisti in una tragica ragnatela.
“L’ultima anguàna” di Umberto Matino, edizioni Biblioteca dell’Immagine.
L’ultimo carnevale – Paolo Malaguti
Descrizione
19 febbraio 2080. Martedì grasso. C’è nebbia, sulla laguna deserta, i turisti non sono ancora arrivati. Affluiranno appena farà giorno, pagando il biglietto e passando dai tornelli: già, perché da quando Venezia è stata dichiarata non più agibile, evacuata e trasformata in Venice Park – la più pittoresca delle attrazioni italiane – non esistono più residenti. Solo il circo quotidiano dei visitatori e degli accompagnatori, oltre a un pugno di Resistenti che vorrebbe vederla tornare viva e abitata. In questo giorno d’inverno ci sono Michele e Sandro, guardiani che pattugliano la laguna. C’è Carlo, guida turistica appena promossa (e già in un mare di guai). C’è Rebecca, la combattiva attivista disposta a trasformarsi in assassina pur di non rassegnarsi alla morte della sua città. E c’è Giobbe, un vecchio che ha perso tutto: la moglie, la casa, la memoria… ma l’unica cosa che gli è rimasta, un segreto racchiuso in un mazzo di chiavi, può cambiare il futuro. Che infatti cambierà, nell’arco di un’indimenticabile giornata di Carnevale. Allucinazione e realismo, tenerezza e mistero sono le cifre di un romanzo storico diverso da ogni altro, capace di proiettare il passato in un futuro prossimo che somiglia vertiginosamente al nostro. La città d’arte più famosa al mondo fa da scenario a un’avventura dal passo di nebbia e di tuono, in cui si muovono quattro personaggi che in modi diversi dovranno scegliere tra se stessi e Venezia.
“L’ultimo carnevale” di Paolo Malaguti, edizioni Solferino
Un amore veneziano – Andrea Di Robilant
Un amore veneziano Andrea di Robilant Mondadori. La storia di una grande passione nel cuore della Venezia del settecento ricostruita attraverso documenti originali. (Sergio Gribaudo)
Descrizione
“Anni fa mio padre portò a casa una scatola piena di vecchie lettere che il tempo e l’umidità avevano reso a malapena leggibili. Disse che le aveva trovate nella soffitta dell’antico palazzo sul Canal Grande dov’era cresciuto da bambino, negli anni Venti: palazzo Mocenigo.” Quelle lettere, alcune coperte di misteriosi geroglifici, una volta decifrate si rivelarono i messaggi clandestini, scambiati intorno alla metà del Settecento tra Andrea Memmo, rampollo di una delle famiglie più antiche della Repubblica (e antenato dell’autore), e Giustiniana Wynne, un’affascinante ragazza angloveneziana segnata però da una nascita illegittima.
“Un amore veneziano” di Andrea Di Robilant, edizioni Mondadori
I quindicimila passi – Vitaliano Trevisan
Descrizione
Thomas conta i passi. Da casa alla questura, millecinquantatré passi. Da casa al tabaccaio, settecentonovantuno. Da casa al negozio di alimentari, milleottocentocinquantuno. Conta con una precisione metodica, senza lasciarsi distrarre da niente, gli occhi fissi a terra, un gessetto sempre in tasca per segnare il punto da cui ripartire in caso di una deviazione imprevista. Scandire il numero dei passi lo aiuta a tenere la morte un passo indietro, tra le macchine che gli sfrecciano accanto lungo strade tutte uguali, perché in definitiva la strada è sempre una sola.
“I quindicimila passi” di Vitaliano Trevisan, edizioni Einaudi.
10 libri da leggere prima di visitare il Veneto
Nei 10 libri da leggere prima di visitare il Veneto scelti dai lettori del gruppo Facebook Book Advisor, dunque, compaiono romanzi classici e contemporanei dedicati alla regione. Come detto nel cappello introduttivo all’articolo, per chi volesse approfondire la letteratura della regione e leggere altri libri sul Veneto, è possibile ampliare la selezione consultando il sondaggio del gruppo, qui, dove troverete altri interessantissimi titoli che non sono presenti in questo articolo.