10 libri da leggere per scoprire Genova: i consigli dei lettori di Book Advisor

Quali sono i libri da leggere prima di visitare Genova? In questo articolo troverete i 10 libri da leggere per scoprire dal punto di vista letterario Genova, consigliati dai lettori del gruppo Facebook Book Advisor. I dieci titoli più votati nel sondaggio sono quelli che troverete di seguito. Consigli dei lettori, per lettori.

Se dieci libri da leggere prima di andare a Genova non sono sufficienti e volete saperne ancora di più, basterà cliccare qui sul sondaggio per scoprire quali sono stati gli altri titoli proposti e votati dai lettori del gruppo Facebook Book Advisor. 

Ecco la lista dei dieci libri da leggere per scoprire Genova. 


Un marito – Michele Vaccari

Da non genovese ho proposto un marito di Michele Vaccari perché descrive bene quartieri e atmosfere genovesi. (Cristina Cimicchi)

Descrizione

Un romanzo provocatorio e originale, la storia di un amore ostinato che difende anche ciò che la realtà, nella sua follia, vorrebbe distruggere. Rivelando angosce e inquietudini che appartengono a tutti noi, Michele Vaccari ci racconta cosa succede quando la paura di cambiare si scontra con il bisogno di andare avanti.

Patrizia e Ferdinando sono sposati da più di vent’anni e nella loro vita tutto si ripete uguale. Insieme gestiscono una rosticceria a Marassi, in quella periferia genovese dove il mare s’intravede da lontano e la luce, per sopravvivere, è costretta a farsi strada tra muraglie di cemento. Nel negozio, la routine è consolidata: lui sorride ai clienti, lei si divide tra cucina e cassa; le ricette sono quelle della tradizione ligure, intoccabili; gli orari d’apertura fissi, impensabile concedersi ferie. È Ferdinando a sconvolgere i piani con una proposta: presto compirà cinquant’anni e ha voglia di fare “qualcosa di pazzo”. Una vacanza, la prima e l’unica, tre giorni a Milano per concedersi un po’ di svago. Ma quando arrivano in piazza Duomo, con la cartina in tasca e gli occhi rivolti alle guglie bianche, una bomba esplode sotto la cattedrale: un attentato, che si lascia dietro una scia di fumo, paura e caos. Quel giorno diverso segna l’inizio di un cambiamento inevitabile. Per tutti, Patrizia è una delle tante vittime della Tragedia. Per Ferdinando no: adesso non ha più nulla da temere, perché i suoi incubi si sono trasformati in realtà.

“Un marito” di Michele Vaccari, edizioni Einaudi

Il filo dell’orizzonte – Antonio Tabucchi

Ho proposto Il filo dell’orizzonte, di Antonio Tabucchi, perché è un romanzo che racconta di una Genova mai nominata, per certi versi tetra, declinata sulle sfumature dell’inverno. Lo stesso autore riteneva che il romanzo fosse una dedica alle vecchie cicatrici sui muri della città. (Alessandro Morbidelli)

Descrizione

Una città di mare che somiglia a Genova, un oscuro fatto di sangue, un cadavere anonimo, un uomo che istruisce una sua privata inchiesta per svelarne l’identità. Ma il procedimento di Spino, il detective della vicenda, non segue una logica di causa/effetto. Invece delle apparenze visibili egli cerca i significati che queste apparenze contengono e la sua ricerca corre sul filo ambiguo che separa lo spettacolo dallo spettatore. Così la sua inchiesta “impazzisce” e da indagine su una morte slitta sul piano delle segrete ragioni che guidano un’esistenza, trasformandosi in una sorta di caduta libera, vertiginosa e obbligata al tempo stesso: una ricerca senza respiro tesa verso un obiettivo che, come l’orizzonte, sembra spostarsi con chi lo segue.

“Il filo dell’orizzonte” di Antonio Tabucchi, Edizioni Feltrinelli.

La Genova di De André – Giuliano Malatesta

Ho proposto La Genova di De Andrè di Malatesta, perché non è come si può credere un libro autobiografico di Faber, ma attraverso i suoi racconti si conoscono strade, viuzze, angoli della città ignoti. Personaggi che la abitavano ai tempi di De André, curiosità e aneddoti. Come camminare per Genova leggendo un libro. (Antonella Duosi)

Descrizione

Città verticale, sempre in eterna lotta con gli spazi, diffidente con i forestieri, culturalmente luterana e al tempo stesso cosmopolita, Genova cominci a rimpiangerla solo dopo che te ne sei andato. Ne era consapevole Fabrizio De André, che l’ha sempre considerata casa sua, non solo il luogo delle sue radici e della sua giovinezza. Così, ad un certo momento, aveva deciso di farvi ritorno come quei marinai che, dopo essere stati costretti a spendere tutta la propria esistenza altrove, sentono il bisogno di lasciare andare gli ormeggi e di rimettere i piedi a terra. Proprio li ci accompagna Giuliano Malatesta, che ha ripercorso i trentacinque anni di vita genovese di uno dei più importanti cantautori italiani, raccontando alcune sue amicizie, quella tanto intensa quanto fugace con Luigi Tenco e quella impossibile con il poeta Riccardo Mannerini, ricordando gli esordi sul palcoscenico o le peregrinazioni notturne in quei carrugi che il suo mentore Remo Borzini chiamava “fossili di storia patria”, e facendo parlare i vecchi amici, i pochi rimasti, ben felici di rievocare, tra una partita a cirulla, una battuta di pesca e una versione scanzonata della Canzone di Marinella, antiche storie di quella che era una volta la meglio gioventù genovese. Con la piccola ambizione di provare a ricostruire anche il clima culturale di un’epoca di quella che, al di là delle apparenze, fu davvero una città-laboratorio.

“La Genova di De André” di Giuliano Malatesta, edizioni Perrone.

Mi sono perso a Genova – Maurizio Maggiani

Ho aggiunto il libro fotografico di Maggiani, che punta lo sguardo sulla Genova meno turistica. Ero indecisa fra questo e La regina disadorna, sempre di Maggiani. In entrambi si assapora la Genova vera, che unisce sogno e umanità. La Genova di De André per intenderci. (Marzia Pinna)

Descrizione

Forse non tutti sanno che Maurizio Maggiani è anche un valente fotografo. In questo libro dedicato a Genova, Maggiani esplora con il suo obiettivo i luoghi che coincidono con la memoria della città e al contempo con la memoria che lo scrittore ha del suo rapporto con la città. Lo scrittore parla di una visione quasi onirica di Genova, parla di una città che gli è comparsa davanti progressivamente quando da bambino è arrivato da Levante con i genitori per un periodo di degenza in ospedale. Quella visione segna molta parte della sua maniera di “guardare” alla città e di raccontarla. Non ci sono molti monumenti in questo volume. O almeno non i monumenti canonici. Ci sono Sampierdarena e le sue fabbriche, ci sono i vicoli che salgono dal porto, ci sono l’area collinare e il mare-operaio. La stessa cosa accade un po’ per la parte narrata, costituita da una serie di segmenti narrativi che “cercano” la città attraverso prospettive sghembe: quella dell’infanzia, certo, ma anche quella di certi personaggi misteriosi che disseminano Genova di scritte, o trovano pertugi di conforto.

“Mi sono perso a Genova” di Maurizio Maggiani, Edizioni Feltrinelli

Sei stato felice Giovanni – Giovanni Arpino

Sei stato felice Giovanni. Gli anni di Arpino a Genova, i vicoli negli anni Cinquanta. Uno dei più bei libri mai letti, e, da Genovese, un’emozione rara nello scoprire i miei luoghi in un tempo andato. (Valentina Morelli)

Descrizione

Leggere l’esordio di un classico è come assistere a un fenomeno naturale. In fondo, scrisse Calvino per tutti, il primo libro è il solo che conta, e forse bisognerebbe scrivere quello e basta. “Sei stato felice, Giovanni” è il grande strappo che Arpino diede alla sua vita. L’occasione fatale di esprimersi. Il nodo da sciogliere per sempre o mai più. Aveva ventitré anni e alloggiava in una pensioncina di Genova, lurida e malfamata. Ci mise venti giorni. Venti giorni per inventare una voce. E un paesaggio. Per dire addio agli amici, alla giovinezza, agli amori impossibili, alle tante allegrie e disperazioni di ogni età precaria. Per gettarsi alle spalle gli Hemingway e gli Steinbeck, Vittorini e Pavese, il cinema francese. E il lungo intervallo della guerra. Il primo libro di Arpino è un libro di congedi. Una storia da ultima sbronza, in attesa dell’età adulta e del porco avvenire. L’avventura di chi portava la solitudine come un berretto e si sentiva un proiettile disperso, un reduce, anche se non ricordava più da cosa. Il suo protagonista sa che deve muoversi, cercare un lavoro. Ma intanto si ubriaca, litiga, si innamora, contrae debiti e sfortune. È pigro, crudele e prodigo. E non può che abitare un porto, averne l’odore, appartenere a un’umanità di marinai, di prostitute, di vagabondi. Un porto che si chiama Genova, con quell’aria svelta e sottile di mare, ma che potrebbe essere Buenos Aires o avere qualsiasi altro nome. Perché “Sei stato felice, Giovanni” è un libro che parla con parole vere, prepotenti e insostituibili ai nostri tempi. A chi è giovane, a chi lo è stato, a chi sta per partire, a chi ritorna.

“Sei stato felice Giovanni” di Giovanni Arpino, edizioni Minimum Fax.

Un destino ridicolo – De André & Gennari

Descrizione

Un intellettuale marsigliese passato dalla Resistenza alla malavita, un pappone indolente e un pastore sardo scampato a una pesante condanna organizzano il furto di un carico di merce preziosa. Tre uomini provenienti da diverse latitudini ed esperienze che il destino riunisce a Genova per il “colpo” della vita. Due donne, una timida prostituta dell’angiporto e un’affascinante istriana, attraversano indenni lo spettacolo del disastro. Ma saranno Fabrizio e Alessandro, personaggi fino a quel punto marginali, a rintracciare e raccontare gli esiti delle avventure degli altri.

Santi, vagabondi e mascalzoni convivono in questo romanzo che sembra davvero il testo di una canzone di De André con quelle esistenze sospese fra emarginazione e poesia, storie che si generano a cascata, le une dalle altre, vicende fatte per essere narrate e ascoltate.

“Un destino ridicolo” di De André & Gennari, Edizioni Einaudi

La regina disadorna – Maurizio Maggiani

Descrizione

Un prete ragazzo e una regina bambina. Lo scenario solennemente operaio del porto di Genova e quello solennemente primitivo di un’isola sperduta nel Pacifico. Due vite si sfiorano alle miracolose altezze dell’innocenza e della giovinezza sopra i paesaggi del secolo, le ferite della storia, l’invadenza del caso. E a segnare l’umana avventura della moltitudine di personaggi che si muovono intorno, il passo inconfondibile della speranza.

Il romanzo è una grande favola storica che ha per sfondo lo scenario operaio del porto di Genova e quello primitivo di un isola del Pacifico. Giacomo è uno stranito sacerdote, inviato come missionario nel Pacifico. A Moku Iti, sotto il suo nero vulcano, Giacomo impara la febbrile indolenza di un popolo che lui lo sa bene – non ha bisogno della sua religione. La figlia di re John, Lucy, gli cresce accanto, bella, forte, avviata ad un destino di regina bambina. Giacomo e Lucy si dicono, muti, le parole indecifrabili che fanno da ponte fra due civiltà, fra due storie, fra due mondi, l’uno e l’altro minacciati dalla fine, ma entrambi depositari di un’ultima ricchezza, di un’ultima folgorante, disadorna verità.

“La regina disadorna” di Maurizio Maggiani, Edizioni Feltrinelli.

Bacci Pagano, una storia da carruggi – Bruno Morchio

Ho aggiunto Bruno Morchio ed in particolare i libri con Bacci Pagano come protagonista. Oltre la trama, bei viaggi nella Genova contemporanea. (Paola Nicastri)

Descrizione

Bacci Pagano è un vecchio investigatore privato che ha perso per strada tutti i sogni e le speranze della sua gioventù. Dopo aver creduto nella rivoluzione si è fatto cinque anni di galera come terrorista rosso, per uno scherzo del destino e senza mai esserlo stato. La moglie lo ha lasciato e da dieci anni non vede più sua figlia. Anche la giovane fidanzata lo ha mollato. Gli resta ancora qualche amico, come il commissario Pertusiello, dirigente della Squadra Omicidi della Mobile di Genova. I carruggi sono il suo territorio, nei carruggi vive e lavora muovendosi su una vecchia Vespa color amaranto. E il centro storico di Genova, sospeso tra degrado e speculazione travestita da modernità, rappresenta lo scenario su cui si muovono i personaggi del romanzo.

“Bacci Pagano. Una storia da carruggi” di Bruno Morchio, edizioni Frilli.

Altri giorni altri alberi – Paola Caredda

Ho proposto un romanzo surreale, quasi fantascientifico, incatalogabile, ma in cui c’è tantissima Genova. Altri Giorni Altri Alberi di Paolo Caredda. (Antonio Benforte)

Descrizione

In una Genova parallela e fuori dal tempo, gli alberi di Natale si scontrano in feroci combattimenti per assicurare la sopravvivenza dei quartieri che rappresentano. L’albero tutelare di Marassi, Gustavius, è affetto da una grave malattia che contagia anche gli uomini. Riuscirà a sopravvivere allo scontro con Mascherafuturo, lo spietato albero del quartiere avversario? E riuscira ìà Vinicio, resposnabile della preparazione di Gustavius, a salvare Rocco e tutti i bambini dell’orfanotrofio di Mirella, la donna che ama?

“Altri giorni altri alberi” di Paola Caredda, Edizioni Isbn

L’arte di legare le persone – Paolo Milone

Descrizione

Quante volte parliamo dei medici come di eroi, martiri, vittime… In verità, fuor di retorica, uomini e donne esposti al male. Appassionati e fragili, fallibili, mortali. Paolo Milone ha lavorato per quarant’anni in Psichiatria d’urgenza, e ci racconta esattamente questo. Nudo e pungente, senza farsi sconti. Con una musica tutta sua ci catapulta dentro il Reparto 77, dove il mistero della malattia mentale convive con la quotidianità umanissima di chi, a fine turno, deve togliersi il camice e ricordarsi di comprare il latte. Tra queste pagine cosí irregolari, a volte persino ridendo, scopriamo lo sgomento e l’impotenza, la curiosità, la passione, l’esasperazione, l’inesausta catena di domande che colleziona chiunque abbia scelto di «guardare l’abisso con gli occhi degli altri».

«Si riesce a lavorare in Psichiatria solo se ci si diverte. Io mi sono divertito per anni. Non tutti gli anni: non i primi – troppe illusioni, non gli ultimi – troppi moduli, non quelli di mezzo – troppo mestiere». Ci sono libri che si scrivono per una vita intera. Ogni giorno, ogni sera, quando quello che viviamo straripa. Sono spesso libri molto speciali, in cui la scrittura diventa la forma del mondo. È questo il caso dell’ Arte di legare le persone , che corre con un ritmo tutto suo, lirico e mobile, a scardinare tante nostre certezze. Con il dono rarissimo del ritratto fulminante, Paolo Milone mette in scena il corpo a corpo della Psichiatria d’urgenza, affrontando i nodi piú difficili senza mai perdere il dubbio e la meraviglia. Cosí ci ritroviamo a seguirlo tra i corridoi dell’ospedale, studiando le urla e i silenzi, e poi dentro le case, dentro le vite degli altri, nell’avventura dei Tso tra i vicoli di Genova. Non c’è nulla di teorico o di astratto, in queste pagine. C’è la vita del reparto, la sete di umanità, l’intimità di afferrarsi e di sfuggirsi, la furia dei malati, la furia dei colleghi, il peso delle chiavi nella tasca, la morte sempre in agguato, gli amori inconfessabili, i carrugi del centro storico e i segreti bellissimi del mare. Ci sono infermieri, medici, pazienti, passanti, conoscenti, caduti da una parte e dall’altra di quella linea invisibile che separa i sani dai malati: a ben guardare, solo «un tiro di dadi riuscito bene». Ecco perché non si potrà posare questo libro senza un’emozione profonda, duratura, e senza parlarne immediatamente con qualcuno.

“L’arte di legare le persone” di Paolo Milone, edizioni Feltrinelli.

10 libri da leggere prima di visitare Genova

Nei 10 libri da leggere prima di vistare Genova scelti dai lettori del gruppo Facebook Book Advisor, dunque, compaiono romanzi classici e contemporanei dedicati alla città ligure. Come detto nel cappello introduttivo all’articolo, per chi volesse approfondire la letteratura della città ligure e leggere altri libri su Genova, è possibile ampliare la selezione consultando il sondaggio del gruppo, qui.

Exit mobile version