Di Versi in Versi: “Quarta stella” di Gisella Genna

Per “Di Versi in Versi”, vi proponiamo la lettura di “Quarta stella”, di Gisella Genna, edito da Interno Poesia.

Si può procedere a passo delicato e muovere l’abisso del sentire? È una domanda, che contiene in sé l’ossimoro dell’agire con la sua conseguenza, che potrebbe sorgere a leggere l’esordio poetico di Gisella Genna. Perché la poetessa in “Quarta stella” ha grazia poetica, un tocco simile a quello di chi vuole sentire e far sentire, ma teme di rompere il cristallo fragile di un amore (inteso nella sua accezione più ampia) che vuole uscire allo scoperto. E al contempo si muove in anfratti profondi, abissali, scava, apre la voragine del sentire, come chi ha fame, chi è vorace.

Una scrittura che sottrae senza dimenticare il dirupo

Ma non per questo si presenta contraddittoria la sua voce. Al contrario sa procedere per coerenza di sentimenti, in questo scambio intriso di dolcezza tra autore e lettore.

Lo fa con una scrittura che sottrae, come se asciugasse l’acqua insaponata del lavaggio, per consentire al verso di indossare un abito nuovo e profumato, che mai dimentica il dirupo da cui la poesia nasce. E che la Genna maneggia con cura (per dirlo alla maniera della Gualtieri), con la «voce delle ore sicure / di una rima che sapeva tornare».

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