Di Versi in Versi: “Piccolo taccuino occasionale” di Davide Zizza

Oggi per “Di Versi in Versi”, vi proponiamo la lettura di “Piccolo taccuino occasionale” di Davide Zizza (Ensemble).

Oggi per “Di Versi in Versi”, vi proponiamo la lettura di “Piccolo taccuino occasionale” di Davide Zizza (Ensemble).

«Scrivere è ricordare di aver vissuto», ci ricorda Davide Zizza. Ed è in questa impronta di nero sulla pagina che si racchiude la dichiarazione poetica dell’autore, che nel suo “Piccolo taccuino occasionale”, ci prende per mano alla scoperta di versi intrisi di dolcezza e precisione. Componimenti che sanno portare a galla, far riaffiorare anche quel concetto di memoriapietra votiva che resti») che sembra essere tanto caro al poeta, che parla di “appunti, transitorietà, traslochi mentali temporanei”. Zizza ci ricorda la logica del trasporre sul gesto quotidiano il proprio vissuto interiore, appoggiandosi a immagini di cui si fa maestro: quel «libro fuori posto / dell’agenda rimasta aperta».

Versi che aprono un varco per accogliere

Un discorso in versi “tondo e ragionevole”, dove possiamo interrogarci sul tempo, che manca o abbonda; sul silenzio, che apre ferite o le cancella; sui luoghi e la loro architettura naturalistica; forieri di nostalgia o carnalità. Ognuno può decidere dopo poggiare il proprio concetto di accoglienza.

È quello che sa fare questo Piccolo taccuino occasionale con il lettore: apre il varco profondo del sentire, ma lasciandoci liberi di decidere dove e in che modo. Il poeta non si impone, il poeta – e Zizza sembra saperlo bene – invita.

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