Di Versi in Versi: “o!h” di Andrea Raos

Per “Di Versi in Versi”, vi proponiamo la lettura di “o!h”, di Andrea Raos

Per “Di Versi in Versi”, vi proponiamo la lettura di “o!h”, di Andrea Raos, edito da Blonk.

Quattro tempi, a partire dal dialogo con Caproni

O!h, di Andrea Raos (poeta, traduttore, studioso di letteratura giapponese classica) è la prima pubblicazione della neo-nata collana di Blonk, diretta da un altro grande poeta, Andrea De Alberti. Quattro i tempi: 1 – 2 – 3 – infinito («e poi, da qui in avanti, / il paradiso»). Versi che possono paragonarsi all’alloritmìa di un cuore che batte in modo differente dal “normale”, ma capaci di conservare una loro specifica regolarità. Che seguiamo a partire da questo dialogo che l’autore instaura con Giorgio Caproni.

«caro giorgio

mio caproni

dove sei»

si legge in apertura dell’intero testo (incipit che ritorna anche nei due tempi successivi), fatto di versi brevi, dove diventa fondante anche il bianco della pagina, come le pause musicali. E così prendiamo fiato, mentre ci addentriamo negli universi sapientemente disegnati dall’autore. Tra il «dolore / impartito / così inflitto / ripensarci / fa tremare / tutto il tempo», i ricordi «brucia l’aria / ricordarla».

“Una partitura che non dimenticheremo”

Pregio della poesia – o suo terreno affine e/o sperimentale – è offrire spazi di agio al lettore. L’attenzione è selettiva. L’occhio o l’udito si poggiano sulle affinità al proprio io. Per chi scrive, dunque, la pagina 21 diventa suono familiare. Ricorre la parola “altro”, che si associa alla moltitudine («uno di loro? / uno di altri / uno di mille») e alla cecità:

Raos, uno dei migliori poeti italiani, firma una partitura per occhio, voce e silenzio che non dimenticheremo facilmente”,

scrive Federico Francucci in quarta di copertina. Difficile dirlo diversamente e con più aderenza di verità.

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