Di Versi in Versi: “Mura amiche” di Alessandro De Santis

Per “Di Versi in Versi” vi proponiamo la lettura di “Mura amiche” di Alessandro De Santis, edito da Transeuropa.

C’è un intento ardito da parte del poeta Alessandro De Santis, nel definire il senso del suo lavoro poetico con un titolo che contiene in sé un itinerario di lettura preciso: “mura”, spazio tra sé e il senso materiale dell’esserci o meglio del divenire, come giustamente annota nella postfazione il poeta Andrea De Alberti; e “amiche”, dove la propensione verso l’altro ha il suo senso racchiuso nella terminologia abusata, ma non sempre applicata. E sembra essere proprio questo il senso della raccolta poetica, andare – come scrive la Anedda, che l’autore cita in esergo – in quel “recinto” dove “duravano le cose”.

Di mura e di luce, De Santis ci porta anche nella casa d’altri

Anche la scelta delle parole sembra seguire questa scia d’intenti, del sé che si appartiene, senza rinunciare a entrare nella “casa d’altri”. Si pensi a versi che fanno dell’ossimoro la fonte di interesse del lettore: «nera come luce pura». E al concetto di muro si fonde spesso quello di luce, lungo i testi dell’autore. Scelta interessante che apre sì una domanda, ma come lui stesso scrive anche «un appetito», la voglia di iniziare il banchetto che riempie di quelle riflessioni che la poesia sa e deve incarnare.

Una luce che passa dalla purezza del suo nero alla pochezza che disorienta, «che elenca le cose / Furiosamente triste», per poi portarci tra le inferriate dove «osservi / le persone che sei stato prima».

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