Di Versi in Versi: “Gocce insorgenti” di Bartolomeo Bellanova

Per la rubrica dedicata alla poesia “Di Versi in Versi”, vi proponiamo la lettura di “Gocce insorgenti”, di Bartolomeo Bellanova (Terre d’Ulivi Edizioni).

Si può fare poesia dando alla propria voce un valore civile? Forse da Pier Paolo Pasolini in poi tutti risponderebbero “no”, la sacralità del poeta è scomparsa con il carattere ideologico della persona, che sempre più difficilmente si fonde con la sua arte. Ma leggendo Bartolomeo Bellanova, la risposta sembra mutare, perché ascoltando la sua voce si ha l’incontrovertibile sensazione di toccare la tragedia narrata – ormai sempre meno – dalle cronache, vicine e lontane. Bellanova ci porta, con i suoi versi, nel mondo dell’ignominia dove bambine siriane diabetiche muoiono perché i trafficanti buttano in mare il suo zainetto con l’insulina, o tra kamikaze spavaldi e tremanti, tra i raccoglitori di pomodoro e i loro caporali.

Bellanova, testimone – in versi – dell’inumano

Bellanova non ha timore di dire, di testimoniare – con la potenza della poesia – ciò che non dovrebbe essere accettato, perché fuori umanità. E lo fa con una scrittura che avvolge, che sa parlare, ma senza sfoggio di erudizione.

Bellanova prende posizione. E se a qualcuno risulta scomoda, poco importa. Perché il valore sta nel coraggio di dire, non nella sua interpretazione ideologica.

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