“Punto di svolta” di Alessandro Antonaia è un libro che mi ha conquistata un poco alla volta. Come una di quelle cose che, per diventare forte e duratura, necessita di tempo e di lentezza in modo da mettere radici profonde.
Romanzo, diario, racconto introspettivo: il libro non è facilmente classificabile in un genere definito e già questo me lo rende interessante. L’autore esplora, rischia, si avventura con dimestichezza nella mente del protagonista facendoci vivere ogni suo stato d’animo. I suoi turbamenti, le sue gioie, le sue insicurezze, i suoi interrogativi diventano i nostri. E l’uso dell’io narrante in prima persona, tecnica narrativa che amo, rende la storia ancora più viva. Allo stesso modo i dialoghi, che non prediligo e i quali, spesso, sono superficiali e inutili, in questo caso assumono la forma di vere e proprie narrazioni che ci permettono di entrare nelle riflessioni dei personaggi in maniera totale.
Il protagonista ci porta, così, nella sua storia. E come se fossimo a teatro, seduti in comode poltrone, gustiamo e viviamo la vicenda a luci soffuse e in religioso silenzio, diventando un tutt’uno con la vicenda.
Francesco Serrani, insegnante in un liceo e ormai vicino ai cinquant’anni, ripercorre alcuni momenti importanti della sua vita. Attraverso una vera e propria autoanalisi, Serrani racconta dei suoi amici, dei fatti vissuti durante gli anni Settanta, dell’incontro con quella che diventerà la sua compagna. Ma anche del rapporto con suo figlio Luca, delle sue passioni per la musica e per la poesia.
In una altalena che dondola tra passato e presente, il protagonista cerca di far chiarezza dentro di sé. Domande, dubbi, risposte che tardano ad arrivare: ogni cosa viene messa in discussione. Nel cammino ora in retromarcia, ora sulla strada della quotidianità, si delinea, assumendo un contorno sempre più marcato e dall’esclusivo perimetro, il rapporto d’amicizia con Piero. Un rapporto tra uomini che si vogliono bene e si sostengono ma i quali hanno bisogno di tempo per comprenderlo e dimostrarlo. E quando, alla fine, la vita si prenderà quello che le pare senza, ovviamente, chiedere il permesso, quest’amicizia si colorerà del profumo dell’eternità.
Nell’ultimo capitolo, l’autore ci regala un finale eccellente, malinconico e dolce ma non stucchevole né scontato, un punto di svolta perfetto. Il punto di svolta tanto agognato dal professore che, nel dolce-amaro della riflessione più importante, vede cadere il velo davanti ai suoi occhi. E con un semplice passo riannoda ogni filo dell’ingarbugliata matassa, metafora dell’esistenza umana, per sorridere di quelle cose, scandalosamente belle che, a volte, la vita ci dona.
Resta la vita, quella cosa oscura che non ti attende mai, che scappa sempre in avanti come se temesse i tuoi respiri troppo profondi, le pretese che affollano i tuoi sogni, il tuo desiderio di rallentare il tempo, i tuoi dolori incomprensibili, i tuoi pensieri troppo fragili per reggere l’urto di un intero giorno.
Resta la vita che qualche volta ti offre cose scandalosamente belle quando non gliele chiedi, non le pretendi.
Alessandro Antonaia è autore di numerosi articoli scientifici su riviste internazionali e di brevetti tecnologici innovativi. Una precoce e intensa passione per la letteratura lo ha condotto, fin da giovane, a sperimentare le sue abilità nella scrittura e alla scoperta di una particolare predilezione per i versi. Vincitore, nel 1982, del XX Premio Aspera con la silloge “Le parole assassine”. Nel 2018 ha pubblicato la raccolta di racconti “Flusso” (Graus Edizioni).
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“Punto di svolta” di Alessandro Antonaia, Graus Edizioni Vivere leggendo