“Ventre” di Giulia della Cioppa: un romanzo feroce e viscerale

VENTRE (Giulia della Cioppa)
(Alter Ego edizioni)
Nomen Omen.
Questo è un libro viscerale, che ti arriva dritto nella pancia e lì rimane a rimestare emozioni.
Amo i libri feroci come questo, dove la ferocia è volta ad analizzare rapporti difficili, sbilanciati, irrisolti, dove le immagini sono così vivide da sembrare reali e difficili da dimenticare.

Margherita, latte e Tavor per dire addio alla vita nel giorno del suo 26esimo compleanno.
Ma non ce l’ha fatta a morire, solo a rimanere imprigionata in un corpo che non si muove più, su un letto d’ospedale, in balia di medici, infermieri… e sua madre.
Una madre ingombrante, che l’ha sempre soffocata, controllata, con cui ha sempre avuto un rapporto complicato, di amore e morsi.
Morsi veri, non metaforici.
“Una sera d’inverno era certa che una delle due sarebbe morta, speravo lei. Mi afferrò da un polso e mi morse l’osso. Mi staccò un pezzo di pelle, non uscì il sangue, solo pelle viva, rosea, più scura del primo strato di epidermide. Mi guardava con gli occhi di una belva che più che non avere cibo per lei, deve procurarsene per i suoi piccoli. Gli occhi taglienti. Mi odiava per non essere riuscita a educarmi, forse odiava più se stessa e io ero lo specchio”.
Adesso Margherita è immobile, in stato vegetativo, ma vede e sente tutto (anche se nessuno lo sa).
E così ci parla dall’interno, con una voce immaginifica, asciutta, lucida e minimale che però non tralascia nulla, anzi, è affilata, molto decisa a vivisezionare i suoi ricordi e le sue ragioni come il bisturi che Bianca, l’infermiera che si prende cura di lei, lascia scivolare sulla sua pelle, incidendola.
Le sue mani come rami secchi che la toccano, le sue labbra che la succhiano e cicatrizzano le ferite.

Ci ritroviamo immersi (direi più “precipitati“, “inghiottiti”) in una narrazione un po’ cannibale e un po’ claustrofobica che riesce a disegnare una mappa emozionale, molto complessa, partendo dall’esplorazione di un corpo inerme, passando attraverso la sua manipolazione per giungere a scandagliare una maternità che nella sua volontà disperata di amare e proteggere, distrugge.
Un libro bellissimo e spietato che affida tutto il peso della ricostruzione e della rinascita alla fuggevolezza di un battito di ciglia.
Anzi due.
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“Ventre” di Giulia della Cioppa, Alter ego edizioni. Un libro tra le mani.



