LA MECCANICA DEI CORPI, di Paolo Zardi.
Vivere é difficile, e questo Zardi non solo lo sa bene, ma é anche capace di raccontarcelo, con tutta la sua maestria, partendo da 5 storie molto diverse le une dalle altre, storie in cui viene fuori la fatica, il dibattersi e l’incedere quotidiano con cui tutti noi, chi più chi meno, ci identifichiamo.
Ci sono i desideri, le mancanze, il tempo, le trasformazioni, le scelte… ma soprattutto ci sono i “corpi” che reggono il peso di tutto questo, dei deragliamenti e di tutte quelle piccole grandi cose, imprevedibili, che rompono l’equilibrio a fatica conquistato.
Ne “L’ERA DELLA DIGNITÀ BORGHESE” affronta il dilemma etico di quanto sia lecito, pur di raggiungere un proprio traguardo professionale, sconvolgere la vita e la quiete di un’intera comunità, facendo pagare, come spesso accade, il prezzo piu alto proprio ai più deboli, agli indifesi.
Ma c’è anche il tema del lavoro in tutta la sua precarietà, l’eterna lotta tra grande città e paesino di provincia e il peso delle parole in una società (la nostra) cinica e spietata.
In “FANTASMI” troviamo un uomo anziano, ormai solo, e con lui scivoliamo nel mare del ricordo, della perdita, dell’assenza, della mancanza.
Quindi il “tempo” come indicatore di ciò che è andato, che è perso per sempre. Dolce e commovente.
Sempre il “tempo” sarà il protagonista di “NON PASSA INVANO IL TEMPO“, ma questa volta predomina la voglia di agire su di esso, di poterlo manovrare a piacimento.
Atmosfera un po’ fantastica, surreale.
“IL RISVEGLIO” è un racconto potentissimo che genera inquietudine, perché ci mostra come un semplice gesto, un’azione dettata dall’istinto, può stravolgere completamente una vita (anzi due).
Un momento prima sei lì, in camera da letto, hai appena finito di fare l’amore… e un attimo dopo niente sarà più come prima. Letteralmente.
É anche un racconto sull’identità, sul “riconoscersi” all’interno della coppia, e sulle priorità che improvvisamente cambiano.
Per il racconto “IL SIGNOR BOVARY” devo spendere qualche parola in più, in quanto questa novella io la lessi diversi anni fa, quando fu pubblicata in versione ebook da Intermezzi, ed oggi sono stata felicissima di poterla rileggere e custodire all’interno di una raccolta cartacea.
In queste pagine di Zardi c’è tutto, non manca proprio nulla.
Commedia brillante, dramma erotico e tragedia.
C’è la realtà di chi lavora in giacca e cravatta, ha moglie, figli, una casa con giardino munito di altalena, iphone, abbonamento a Sky, monovolume per i viaggi e utilitaria per la spesa, domeniche alternate a pranzo con i genitori, soldi e rispettabilità.
E poi c’è la realtà di chi lava i pavimenti in camice azzurrino col colletto bianco, una casa in periferia, in quei palazzoni fatiscenti, rumorosi, con le scritte oscene in ascensore, gli stendini sui balconi e i ragazzini giù in strada che rubano le moto.
Quando queste due realtà si incontrano in campo neutro, il borghese percepisce il fascino irresistibile della donna proletaria e si sente vivo, felice, in grado di essere ciò che non è mai stato, soddisfatto del suo potere.
E lo chiama “amore”.
…Poi un giorno, il contrasto di una giacca di gessato grigio da 800€ appesa accanto a due felpe da lavoro, è così crudele, così evidente da risultare accecante.
E tutto cambia.
È l’inizio che decreterà la fine, la fine di tutto in senso ampio.
Presentato come se fosse una partita a scacchi, Zardi ci racconta l’adulterio, il suo nascere e morire, in un modo cinico e irriverente, realistico ai limiti della brutalità.
Ma lo fa anche in modo profondo e struggente, perché quello che capita al “Signor Bovary” può capitare a tutti… quando meno ce lo aspettiamo.
Un finale che tocca l’anima, e che la fa parlare.
Un racconto che avvince, con un ritmo battente che non ti fa neanche prendere fiato.
Al centro dell’interesse di Zardi, come vediamo, ci sono sempre le persone, le relazioni umane, intime, e gli squarci attraverso i quali può entrare il vento e sparigliare tutto.
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“La meccanica dei corpi” di Paolo Zardi, NEO Edizioni . Un libro tra le mani.