Eve è stata abusata sessualmente da suo padre da quando aveva 5 anni, fino ai 10.
Poi la violenza ha cambiato direzione, pur rimanendo tale: non più abuso sessuale, ma una totale distruzione psicologica… attraverso botte, umiliazioni e insulti.
Farla sentire sbagliata per poterla sempre dominare.
Passava il tempo e lei si spegneva lentamente… da bambina sorridente e piena di vita ad adolescente con manie suicide, e adulta dipendente dalle droghe, alcool e sesso squallido.
Poi lui è morto, senza una parola, senza pagare nulla, senza neanche chiederle scusa per tutto il male che le ha fatto, per aver trasformato quel padre tanto amato e adorato in un aguzzino capace di spezzarla dentro.
Eve, perdonami
Ma lei queste scuse le vuole, le pretende, sa di averne diritto… e così se le scrive da sola, per voce di lui, dopo 30 anni dalla sua morte.
Costringe il mostro, dall’aldilà, a fare una sorta di “autopsia di coscienza”, partendo dall’inizio, da prima che il male entrasse nella sua vita.
Incontriamo così un bambino, Arthur Ensler, a cui non è stato concesso di essere tale, dal quale si pretendeva coraggio, forza e determinazione.
Non erano permessi cedimenti o debolezze, e di fronte ai continui soprusi perpetrati dal fratello maggiore, l’unica difesa era sopprimere quella parte di sé che soffriva, quella che, nel tempo, si è trasformata nell’Uomo Ombra, l’uomo represso che non è mai potuto diventare.
Nel tempo ha imparato ad indossare una serie di maschere che gli hanno permesso di essere guardato con ammirazione e desiderio, poi il matrimonio con un’altra maschera per dare vita ad una perfetta coppia di facciata, che non aveva nulla da dirsi, ma era invidiata da tutti.
Intanto l’Uomo Ombra continuava a vivere dentro di lui, in silenzio, cibandosi delle sue frustrazioni, reprimendo la propria fame…fino a quando non è nata lei, Eve.
“Il tuo dolce profumo, tocco e la tua energia infantile mi pulsavano nelle vene come sangue fresco. E come un vampiro ora ne avevo bisogno per vivere. Me ne serviva ancora.
Avevo bisogno di consumare ogni centimetro di te, e questo bisogno divenne violenza.”
Ed ecco che la negazione di un dolore, ne provoca un altro ancora più grande, devastante.
E devastanti saranno le conseguenze, che non ho neanche la forza e il coraggio di riportare qui…
Coprirsi gli occhi
Le pagine della Ensler sono terribili, fanno malissimo, non riesci a non provare una rabbia cieca, non soltanto verso chi si è macchiato del peggiore dei crimini, ma anche verso chi è stato spettatore inerme, verso chi c’era e fingeva di non vedere, di non capire.
Un racconto intimo, doloroso e potente, che si fa portavoce di tutte le donne, oggetto di violenza, che ancora aspettano delle scuse… scuse che non arriveranno mai.
Un bisogno, una necessità per poter chiudere un conto che possa liberare il colpevole (una forma di pietà che le fa onore) e permettere a se stessa di rinascere.
“Eve, ti libero dal patto. Revoco la menzogna. Tolgo la maledizione. Vecchio, vattene.”
Difficile da leggere senza stare male, senza piangere e sgretolarsi.
“Chiedimi scusa” di Eve Ensler Il Saggiatore. Un libro tra le mani.