“Sea Paradise” di Eleonora Lombardo: una distopia lucida e disincantata

Credere nella Società e nel Bene comune e assicurare il futuro alle prossime generazioni sono alcuni punti del protocollo motivazionale della Sea Paradise, una lussuosa nave da crociera, che lo Stato destina agli ultrasettantenni, sulla quale sarà possibile realizzare gratuitamente qualsiasi desiderio. Salire a bordo però significa anche essere consapevoli che potrebbe essere l’ultimo viaggio prima della fine, perché in questo mondo futuribile, votato alla tecnologia e all’efficienza, l’eliminazione degli improduttivi è un imperativo condiviso e ineludibile.
“Mi sono ritrovata dentro una poesia che è un luogo e un tempo. Deve essere da lì che veniamo noi vecchi, dalle parole che hanno significati sganciati dalla realtà, veniamo tutti dalla necessità dell’interpretazione, dalle immagini sfocate, dai riflessi, dall’ardire di una libertà di senso. Di una licenza poetica. Siamo pericolosissimi, noi che ci possiamo illuminare senza sprecare energia.”
Sea Paradise di Eleonora Lombardo, Sellerio editore, è un romanzo affascinante che propone una distopia lucida e disincantata che si porge con malinconica dolcezza, che offre con vaporosa leggerezza riflessioni profonde sulla vecchiaia, sul pudore riservato ai sentimenti forti, sul residuo senso di umanità destinato a naufragare nell’etica ipocrita di un’indispensabile selezione non esattamente naturale.
“Vecchi ovunque, provo pudore perché è la stessa cosa che vedranno in me, una vecchia senza traccia dell’immensità che la ha abitata.”
Elvira e Amanda sono due donne ancora fresche e per nulla sazie di vita che l’oltraggio anagrafico imprigiona nella categoria delle indesiderate e inutili per il giovane Stato che tiene le redini del potere, sono due inseparabili amiche che hanno fatto del rispetto reciproco un credo saldissimo.
L’intervento di Achille, personaggio chiave non a caso chiamato come l’eroe omerico amato dall’autrice, potrà forse modificare un copione già scritto e infinite volte interpretato.
Bella lettura che applica il paradosso dello sviluppo sostenibile sugli esseri umani.
