La trama e l’ordito. L’intreccio delle parole.
Immagino la letteratura come un tessuto prezioso. Ogni libro che aggiungo al mio bagaglio di lettrice è un nuovo filo che si accosta, si interseca, si annoda a quelli già presenti, per creare quel sorprendente intreccio che è letteratura.
Ad ogni “puntata” due libri. Due fili, che ho percepito come come trama e ordito di un’unica tela.
Un filo che lega due romanzi: Martin Eden & Mr Vertigo
Resilienza è un termine molto utilizzato negli ultimi anni e come tutte le parole, quando vengono troppo usate si logorano, sbiadiscono e si svuotano definitivamente del loro significato.
Resilienza per me è una di queste. Mi provoca una specie di reazione allergica ogni volta che la trovo sul mio cammino. Eppure, se dovessi scegliere una parola per definire il filo che unisce questi due libri probabilmente “resilienza” sarebbe proprio perfetta.
Martin Eden, il marinaio scrittore
Un giovane marinaio di umilissime origini e dall’inesistente cultura per un caso della vita si trova a frequentare l’ambiente borghese di una grande casa di San Francisco.
Qui Martin avrà una doppia folgorazione: non solo si innamorerà della giovane rampolla di buona famiglia, così eterea e lontana dal tipo di ragazze proletarie alle quali era abituato, ma rimarrà anche abbagliato, stordito, conquistato dal fascino della cultura e della letteratura che percepisce aleggiare in quella casa.
«Nei suoi occhi apparvero nostalgia e avidità,
come l’avidità appare negli occhi dell’affamato alla vista del cibo».
Martin è grosso, goffo, grezzo. Eppure sente (scopre?) di avere nell’intimo un nucleo fatto di una materia nobile. Da quel giorno fatale il ragazzo perseguirà con ogni mezzo l’idea di imparare quanto più possibile dell’ intero scibile umano e diventare uno scrittore.
A nulla varranno i continui e ripetuti rifiuti da parte di riviste ed editori. Martin continuerà a scrivere febbrilmente, ossessivamente, caparbiamente. A nulla serviranno nemmeno i moniti delle persone che gli vogliono bene. Lui, oramai perdutamente innamorato della letteratura, sente solo di dover e voler scrivere.
Il finale non si può raccontare. Il finale bisogna proprio leggerlo per comprendere, vedere, amare senza riserve Martin Eden e Jack London, che con la sua incredibile penna ha forgiato uno dei personaggi più affascinanti che mi sia capitato di leggere.
Toglie il fiato questo romanzo.
Mr Vertigo ovvero la vertigine del diventare uomini
Walt Rawley è un piccolo orfano che vive nelle strade di St. Louis. L’America è quella degli anni ’20 del secolo scorso, povertà e ignoranza sono tratti comuni ai più. Risulta naturale quindi che il parente più prossimo di Walt, uno zio manesco e dedito all’alcol lo venda senza alcuna remora a quello strano uomo che dice di voler tenere con sé il ragazzino.
“Se rimani dove sei,” dice il maestro,
“morirai prima della fine dell’inverno. Se vieni con me, ti insegnerò a volare.”
Con queste parole Maestro Yehudi, adotterà di fatto il piccolo Walt.
Da questo momento in poi quel monello abituato a gozzovigliare senza meta e obiettivo alcuno diventerà come creta nelle mani del suo nuovo padre-padrone.
I giorni, e poi i mesi trascorsi in una isolata fattoria in Kansas (Mago di Oz, ci sei?) punteggiano gli innumerevoli tormenti fisici a cui Walt viene sottoposto.
Gli occhi del Maestro hanno visto in lui un bambino prodigio in grado di volare e qualsiasi cosa sia in suo potere fare per farlo diventare un bambino volante Maestro Yehudi lo farà.
L’addestramento alla levitazione si rivela una strada piena di sofferenza fisica mentale. Il piccolo Walt, però, scopre a sua volta una straordinaria forza interiore che lo rende sempre più consapevole di potersi, un giorno, sollevare da terra e volare sopra il pubblico pagante.
Anche in questo caso lo sviluppo della storia come il finale non si può davvero anticipare. Leggetelo, sarà bello.
È nata una stella ovvero l’ascesa e la caduta
Entrambi i libri fanno della perseveranza un tratto fondamentale della storia. La trama, per l’appunto. Ma, guardando attentamente, anche i fili dell’ordito rivelano diverse affinità.
La povertà e la fame, che accomunano la vita dei due personaggi (memorabili le scene nelle quali Martin Eden porta a ripetutamente il vestito al banco dei pegni e la spartizione del cibo in scatola cibo fra Walt e la sua famiglia allargata dopo un lungo periodo di digiuno)
Il disvelamento, per entrambi, di un proprio nucleo purissimo e creativo: Martin scrittore e Walt artista levitatore.
L’ascesa al potere per entrambi i personaggi, dopo un cammino di crescita lungo e sofferto.
La presa di coscienza di cosa voglia dire essere al culmine della propria carriera, del successo: Vivere nell’agiatezza e dover decidere come.
L’abisso, che appartiene a tutte le persone che si fanno domande.
Due autori che giocano
Che molti tratti di Martin Eden ricalchino la vera vita di Jack London non è un mistero, anche se lui in un’intervista fece una celebre battuta proprio sul finale del libro.
Il passato da autodidatta, i tormenti dello scrittore, alcune abitudini come quella di appendere i taccuino scritti su un filo teso lungo la stanza e molti altri aspetti sembrano rendere sovrapponibili le due figure. In realtà leggendo London si nota come l’attenzione al sociale e ad alcuni temi politici siano una costante (ad esempio nel bellissimo racconto “A sud dello slot”). Nulla è mai certo, quieto e stabile. Tutto è lotta e perenne conquista.
Il gioco di Paul Auster, è invece tutto in punta di fioretto.
Così il suo monello orfano Walt, che di cognome fa Ralewey, è omofono dell’amante di Elisabetta I, il navigatore, corsaro e poeta che risponde al nome di Walter Raleigh.
Oppure, le false generalità fornite dal Maestro e da Walt in incognito nel New England saranno Tim Buy One e Tim Buck Two, che letto ad alta voce diventa il titolo dei un altro romanzo di Auster “Timbuctù”.
In Mr. Vertigo la Storia con la S maiuscola e narrazione, realtà e finzione si mescolano e noi ci troviamo di fronte all’assolo di Lindbergh ma anche a un Bambino volante, alle violenze del Ku Klux Klan e a un tornado nella fattoria in Kansas proprio come nella la terra di Oz.
Entrambi i libri, Martin Eden e Mr Vertigo, affrontano il tema del viaggio più difficile e importante: quello dentro se stessi.
Jack London
Martin Eden
Traduzione Stella Sacchini
Universale economica Feltrinelli, 2016
“Uno dei due aprì la porta con una chiave ed entrò, seguito da un giovanotto che si tolse il berretto con gesto goffo. Indossava vestiti rozzi che puzzavano di mare ed era chiaramente fuori posto in quel salone spazioso. Non sapeva che farsene del berretto e se lo stava ficcando nella tasca del cappotto quando l’altro glielo strappò di mano. Fu un gesto tranquillo e naturale, e il giovanotto goffo ne fu contento. “Si rende conto della situazione, ” fu il suo pensiero. “Andrà tutto bene, mi aiuterà lui”.
Paul Auster
Mr Vertigo
Traduzione Susanna Basso
Einaudi, 2013
“Avevo dodici anni la prima volta che camminai sulle acque. A insegnarmi il trucco fu l’uomo vestito di nero e non sarebbe da me far finta di aver imparato nel giro di una notte. Maestro Yehudi, che mi aveva trovato quando di anni ne avevo solo nove, ero orfano e vagavo per le strade di Saint Louis mendicando spiccioli, mi aveva addestrato per tre anni di seguito prima di lasciarmi esibire i miei numeri in pubblico”.
Spaziomentale (Roberta Frugoni)