I nizio a leggere le prime pagine di “Un uso qualunque di te” in metro. Il vagone è affollato, sto attenta a reggermi agli appositi sostegni. Poi il click, quello che scatta nella testa ogni volta che mi consegno disarmata alle parole, alle storie che si fanno vertigine e che ti affatturano come un incantesimo. E di colpo la metro è vuota, sono solo io e le pagine che ho davanti.
Un uso qualunque di te di Sara Rattaro: la realtà che non ti aspetti.
In una notte di primavera Viola riceve una telefonata dal marito che le chiede di correre in ospedale, senza aggiungere altro. Una volta arrivata, si troverà di fronte a una realtà inaspettata e a un segreto svelato che la porterà a una decisione drammatica e definitiva.
DIETRO LE QUINTE DI UNA FAMIGLIA PERFETTA
Le parole di Sara Rattaro sono affilate come lame e si conficcano nell’anima generando dolorose lacerazioni. La scrittrice controlla con maestria trama e intreccio e mette in scena le fragilità e le imperfezioni di una famiglia apparentemente felice, scomponendo il mosaico dei rapporti e ricomponendolo intorno a immagini che dicono il dolore della perdita e del senso di colpa, tratteggiando, infine, il desiderio di riscatto e di sopravvivenza.
“A essere più dolorose sono davvero
le nuove ferite, quelle ancora pulsanti, dove il sangue sembra non fermarsi e il bruciore ti fa mordere le labbra, o quelle vecchie, magari rimarginate da anni, con la loro cicatrice dura che ti trovi a torturare quando sei sovrappensiero? Mi sono chiesta se le nostre vecchie ferite debbano insegnarci qualcosa, qualcosa che non abbiamo superato, una lezione su quello che dobbiamo evitare in futuro.”
Da “Un uso qualunque di te”
LE CREPE INSOSPETTATE DI UN MATRIMONIO PERFETTO
La narrazione si alterna tra passato e presente e, attraverso le voci dei due protagonisti, ripercorre i momenti più importanti della loro vita di coppia, le loro differenze caratteriali, l’insoddisfazione perenne di Viola, la sua affannosa ricerca di un altrove in grado di riempire gli spazi lasciati vuoti dal matrimonio.
Un viaggio commovente e commosso nella dimensione degli equilibri interrotti, che parla del coraggio di ricucire le proprie esistenze attraverso l’ordito dei traumi subiti. Consigliato a chi ama immergersi nelle storie di famiglie all’apparenza perfette, ma che celano crepe insospettate.
IL VINO
Il vino da abbinare a questa lettura è il Primitivo di Manduria dolce DOCG, un vino da meditazione, dal
colore impenetrabile e sorprendentemente – per chi è abituato al classico primitivo – dolce. Perché non tutto è come sembra, come nel libro della Rattaro.