Curioso il destino di Stoner, romanzo che, pubblicato per la prima volta nel 1965, passò quasi del tutto inosservato, vendendo poche copie. Sarà riscoperto circa quarant’anni dopo, diventando un caso editoriale in tutto il mondo. E, quando lo si legge, è facile intuirne il motivo.
William Stoner, questo il nome del protagonista, nasce in una modesta famiglia di fattori, per aiutare la quale decide, pur con mille sacrifici, di iscriversi alla facoltà di agraria. Tuttavia, il fortuito incontro con la poesia di Shakespeare gli provoca un’inaspettata e profonda emozione che lo induce ad abbandonare la facoltà di agraria, all’insaputa dei genitori, per studiare letteratura. Stoner diventerà un docente universitario appassionato, ma lo sfortunato matrimonio con una donna algida e meschina avvelena la sua esistenza, irrimediabilmente compromessa quando scoppia uno scandalo che lo riguarda.
LA VITA DI UN UOMO SOTTO I DURI COLPI DEL DESTINO
La storia di William Stoner è il ritratto indimenticabile di un uomo che attraversa i dolori e le delusioni della vita con un’inattaccabile dignità e che mantiene saldo il suo profilo identitario anche di fronte ai feroci colpi del destino. Dietro la patina delle giornate che sembrano susseguirsi tutte uguali, si intravede una passione trattenuta, ma non per questo meno autentica, che percorre la vita di Stoner nel difficile rapporto con la moglie, nel suo amore mutilato per la figlia, nelle dinamiche relazionali con i colleghi e in quelle, palpitanti e salvifiche, con i suoi studenti.
UN ROMANZO DIVISIVO
Esemplare il talento dello scrittore nel far compiere un passo indietro alla prosa, che quasi si schernisce, per mettere in piena luce il contenuto. Qualcuno ha definito Stoner un romanzo divisivo, osannato da molti, sopravvalutato secondo altri. Singolare che la linearità e l’apparente semplicità della prosa siano gli elementi intorno ai quali si appigliano entrambe le fazioni. Personalmente ritengo che il successo di questo romanzo risieda nella capacità di stimolare l’intero campionario di emozioni del lettore, inducendolo a schierarsi senza tentennamenti, sorpreso e ammirato, dalla parte del suo memorabile protagonista. Difficile lasciarlo andare. Un romanzo che è un vero e proprio inno alla dignità e alla resilienza.
– Ma non capisce, Mr Stoner?, domandò.
– Non ha ancora capito? Lei sarà un insegnante.
All’improvviso gli sembrò che Sloane si stesse allontanando, insieme alle mura dell’ufficio. Si sentì sospeso nell’aria aperta, mentre la sua voce diceva:
– È sicuro?
– Ma certo, disse dolcemente Sloane.
– Come può dirlo? Come fa a saperlo?
– È la passione, Mr Stoner, disse allegro Sloane, la passione che c’è in lei. Nient’altro.”
Da “Stoner”
IL VINO
Ad accompagnare questa lettura, un buon bicchiere di Aglianico del Vulture, vino dal gusto asciutto, bouquet complesso e buona persistenza, ricavato dall’omonimo vitigno, noto anche per la sua resistenza.