Siamo nell’Inghilterra di metà Ottocento. E’ una notte d’agosto e, rischiarata dalla luna piena, un uomo perso nei suoi pensieri si aggira per le strade di Londra. Si tratta di un insegnante di disegno che ha appena accettato l’incarico di istruire nell’arte dell’acquerello due ragazze che risiedono in un’antica dimora. A un tratto si imbatte in una strana donna vestita di bianco in evidente stato confusionale. I due iniziano a chiacchierare e la donna gli dice di aver subito un torto da un baronetto e di conoscere la famiglia presso la quale lui si sta recando. All’improvviso la donna scompare, come inghiottita dalla notte. Inizia così La donna in bianco, fortunato romanzo di Wilkie Collins (amico e collaboratore di Dickens) pubblicato a puntate nel 1859 con enorme successo di pubblico e considerato l’antesignano del genere mistery.
Approfondita analisi psicologica dei personaggi
In questo strepitoso romanzo, infatti, trovano posto una trama perfettamente congegnata, personaggi psicologicamente complessi, colpi di scena e una ben riuscita pluralità di voci narranti. Tutti elementi che ritroveremo spesso nei romanzi di genere.
Giunto a destinazione, Walter Hartright, questo il nome dell’insegnante, conosce le sue allieve, constatando con stupore l’eccezionale somiglianza di una delle due con la donna vestita di bianco.
Con una tecnica narrativa sopraffina e il topos sempre verde dei segreti nascosti dietro la rispettabile facciata delle famiglie vittoriane, nonché quello dell’amore impossibile, Collins riesce a coinvolgere anche lo smaliziato lettore di oggi, introducendo, come scrisse Henry James a proposito de La donna in bianco “i più misteriosi dei misteri, quelli che sono fuori della porta di casa nostra”.
UNO SFACCETTATO ROMANZO CORALE
Altro fattore d’interesse è l’artificio di far narrare la storia da diversi testimoni, coinvolti in diversa misura nelle vicende, così da dar vita a un romanzo corale che si declina in un intricato mosaico nel quale, quando sembra di essere vicini alla fine, si aggiungono nuovi e inaspettati tasselli.
Magistrale la capacità dell’autore di delineare anche i personaggi minori, soprattutto quelli negativi, e di denunciare la triste condizione delle donne dell’epoca, tratteggiandone con sapienza il desiderio di riscatto.
Un romanzo dagli ingranaggi perfetti che, pur portandoci in un’epoca lontana, rivela con spietatezza l’immanenza delle ombre più scure dell’animo umano.
IL VINO
Il vino d’accompagnamento è un Vitovska, eccellenza del Carso ricavata dai cosiddetti vitigni eroici, noti per la scarsa accessibilità dei terreni, sferzati dalla Bora, e per l’estrema difficoltà di produzione. Difficoltà che ricordano gli ostacoli posti davanti al protagonista del romanzo.
LE CITAZIONI

“Le parole, quando ci fanno torto, hanno la forza di un gigante, quando dovrebbero renderci un servigio, hanno la debolezza di un nano”.
“Il mondo è una congiura intesa ad accettare per buona la maschera della virtù; io sono la mano che strappa quella volgare cartapesta e rivela il teschio che c’è sotto!”
La donna in bianco, di Wilkie Collins, Fazi editore, a cura di Sopra le righe.