“La cena” di Herman Koch: quando il disagio giovanile esplode

La cena: due famiglie messe di fronte alla più difficile delle scelte.

L’enorme successo della miniserie Adolescence mi ha fatto venir voglia di rileggere La cena, di Herman Koch. Il libro, da cui è stato tratto, tra gli altri, il film “The dinner”, con Richard Gere, è una magistrale analisi dei nostri tempi, delle differenze di classe, della distanza che separa i genitori da figli adolescenti di cui spesso non si conosce nulla, della fragilità dei rapporti umani, di quella banalità del male che, sgomenti, scopriamo all’interno di normali nuclei familiari.

La vicenda si svolge quasi interamente nella sala di un ristorante di lusso dove due fratelli, con le rispettive mogli, decidono di cenare. Le due coppie non potrebbero essere più diverse: Serge Loham è un ricco e affermato uomo politico, che i sondaggi indicano come futuro premier olandese; il fratello, Paul, è un uomo irrisolto che cova un malcelato sentimento d’invidia per Serge. La serata inizia con le solite chiacchiere di circostanza, si parla dei luoghi di vacanza e dei film che hanno visto, perché nessuno di loro ha il coraggio di affrontare il vero motivo per il quale si sono incontrati: quello che hanno fatto i loro figli quindicenni.

La cena: se il mostro è tuo figlio

La suspense cresce pagina dopo pagina intorno a un crimine indicibile di cui le famiglie non riescono ad accettare l’evidenza e si manifesta attraverso l’urgenza di scegliere tra ciò che è giusto e le vite dei figli. In questo dicotomico schieramento, le due donne, Claire e Babette, assumeranno posizioni contrapposte, una privilegiando le ragioni del cuore, l’altra quelle dell’etica.

Questo acclamato romanzo è un viaggio crudele in un’adolescenza incapace di provare empatia e di verbalizzare le proprie emozioni, di fronte allo sguardo impotente di adulti impacciati e inadeguati che non riescono a trovare un canale di comunicazione con i propri figli.

UN LIBRO CINICO E PROVOCATORIO

La cena, cover

Genitori che all’improvviso dovranno fare i conti con la consapevolezza che il ragazzo al quale chiedono ogni giorno com’è andata la scuola, quello che si chiude per ore nella sua stanza, ergendo un muro tra lui e il resto del mondo, sia un estraneo cresciuto sotto il loro tetto.

La cena è un romanzo feroce e terribilmente contemporaneo, nel quale il mostruoso assume le forme di un elegante perbenismo. Una storia dai protagonisti spregevoli nei quali è difficile identificarsi, ma che inducono a porci la scomoda domanda: cosa faremmo noi al loro posto?

IL VINO

Il vino da abbinare è Sauvignon Blanc della Valle della Loria, vino elegante prodotto in una regione che, a causa del clima freddo e piovoso, presenta numerose difficoltà che i viticoltori devono affrontare per impedire che i vitigni vengano attaccati da malattie e funghi.  Impedimenti che ricordano quelli che affrontano i genitori per evitare che i figli vengano contaminati da agenti esterni negativi.

LE CITAZIONI

Herman Koch

“Aveva qualcosa di strano in testa. E anche in faccia. Era sempre la stessa testa (e la stessa faccia), ma sembrava sospesa a mezz’aria, senza una chiara connessione con un corpo, né con un pensiero coerente. Mi faceva venire in mente un personaggio dei cartoni animati a cui qualcuno ha appena tolto la sedia da sotto, e che rimane per un attimo a mezz’aria prima di rendersi conto che la sedia non c’è più”.

“Pensai al suo viso allegro. Quando le dissi quelle cose, si spaccò a metà. Come un vaso. Anzi, come un vetro che si rompe per un suono troppo acuto”.

La cena, Herman Koch, Neri Pozza, a cura di Sopra le righe.

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