“Il giorno del giudizio” di Salvatore Satta: capolavoro della memoria

Ne Il giorno del giudizio le vicende della famiglia Sanna si intrecciano a quelle degli abitanti di Nuoro

Qualcuno ha definito Il giorno del giudizio un romanzo metafisico. In questo capolavoro di Salvatore Satta, le vicende dei vivi si intrecciano indissolubilmente con quelle dei morti, unite dallo stesso destino, sullo sfondo del medesimo scenario: quello di una Sardegna di «demoniaca tristezza» che ammalia e affattura, distante e altera come una dea, indifferente alle sorti degli uomini.

IL GIORNO DEL GIUDIZIO SOTTRAE ALL’OBLIO LE VITE DEGLI ABITANTI DI NUORO

Le vicende narrate si svolgono a cavallo tra il 1800 e il 1900 nella cittadina di Nuoro, dove l’antica famiglia dei Sanna, agiati notai, diventa simbolo e immagine di una condizione universale di sgomento, rassegnazione, speranze disattese. Punto di convergenza della narrazione è don Sebastiano, figura altera e inarrivabile anche dalla moglie – alla quale rinfaccia di “essere al mondo solo perché c’è posto” – e ai sette figli. Filtrati dalla memoria dello scrittore, le vite degli abitanti di Nuoro vengono sottratte all’oblio e restituite al senso della Storia attraverso il giorno del giudizio.

UN’UMANITA’ COMPOSITA

Il giorno del giudizio – Copertina

Così le vicende della famiglia Sanna si intrecciano a quelle di pastori, preti, banditi, donne silenziose, violando con i loro volti e le loro voci la memoria dello scrittore.

E questa umanità variegata e scomposta, fatta di poveri e di ricchi, di persone oneste e di truffatori, di buoni e di malvagi, di persone che ignorano il senso ultimo della Storia, ma che pur ne fanno parte, confluirà inevitabilmente in quel luogo che appiana le differenze e unisce nell’uguaglianza: il cimitero di Nuoro. Un’opera immensa (che sarebbe bello vedere sui banchi di scuola), dove la prosa sorveglia con maestria le vite dei personaggi, spesso violente, inutili, atroci, a molestare senza tregua i ricordi dell’autore. Il quale, tuttavia, non rinuncia mai a una intensa e umana compassione per quelle esistenze a cui sente, nel profondo, di appartenere. Il giorno del giudizio è un romanzo di morti che diventa un inno alla vita.

Lasciatevi cullare dal ritmo cadenzato, solenne, commosso e spietato della penna di Satta, lungo un viaggio che indugia nelle vicende dei cittadini di Nuoro per elevarsi a dolente rappresentazione della vita di Tutti.

IL VINO

Ad accompagnare questa lettura, niente di meglio che un Mandrolisai rosso DOC, vino  intenso e fruttato dal gusto secco e sapido, come le vita degli abitanti di Nuoro descritta da Satta.

LE CITAZIONI

Salvatore Satta

“Come in un negativo che si sviluppa, volti remoti ricompaiono in questi che mi circondano: gente sparita dalla terra e dalla memoria, gente dissolta nel nulla, e che invece si ripete senza saperlo nelle generazioni, in una eternità della specie, di cui non si comprende se sia il trionfo della vita o della morte”.

“In questo remotissimo angolo del mondo, da tutti ignorato fuori che da me, sento che la pace dei morti non esiste, che i morti sono sciolti da tutti i problemi, meno che da uno solo, quello di essere stati vivi”.

Il giorno del giudizio”, Salvatore Satta, Adelphi edizioni, a cura di Sopra le righe.

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