Quei libri lì

“Rebel, Rebel” di Alessandro Meo: storie di musica ribelle

Quattordici racconti. Quattordici vite. Quattordici modalità di declinare la musica ribelle. Canzoni di lotta, di speranza, lanciate a bomba contro l’ingiustizia.

Alessandro Meo ha messo insieme una playlist (con tanto di codici QR per facilitarne l’ascolto) senza badare a stili o a generi, stando ben attento a non farsi condizionare dai confini. Il rock, il jazz, il reggae, il punk e tanto altro a delineare una sorta di mini dizionario geopolitico della resistenza e della ribellione. “Rebel Rebel, storie di musica ribelle” (Le Strade Bianche di Stampa Alternativa, 2024) spazia dai Clash ai Rage Against the Machine, passa attraverso Mercedes Souza per poi gettarsi tra le note della Bandabardò o le sofferenze del popolo cileno cantate da Victor Jara. L’elenco sarebbe ancora lungo, al lettore il compito di farlo proprio, di scoprire le vicende nascoste all’interno di testi incendiari, di seguire il percorso di scelte artistiche spesso e volentieri non in linea con i dettami imposti dal mainstream.

L’autore ci mette del suo scegliendo la tecnica del racconto breve: Meo ricostruisce, contestualizza, a volte si lascia prendere la mano romanzando avvenimenti ormai storicizzati, in altre occasioni sceglie di essere aderente alla realtà dei fatti. Musica, cronaca, vite private (come quella di Nina Simone) si abbracciano, vanno avanti di pari passo, si tratti della repressione dei generali argentini o del razzismo strisciante tra le strade della civilissima Europa. Ne esce fuori un quadro vivo, per certi versi sorprendente, in grado di regalare speranze: le lotte contro i soprusi possono contare su di una colonna sonora che nessun regime potrà mai spegnere del tutto, al di là di ogni tentativo di censura più o meno riuscito.

Una canzone, da sola, non potrà mai abbattere dittature feroci o cambiare il corso della storia, ma ritrovarsi attorno a un testo o a una melodia aiuta a costruire un processo di identificazione, può abbattere barriere mentali se non favorire un processo virtuoso di cambiamento. È per questo che esistono le canzonette e la musica ribelle. Grazie ad Alessandro Meo per avercelo ricordato.            

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“Rebel, Rebel” di Alessandro Meo, edizioni Stampa alternativa. Quei libri lì.

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