“Il cacciatore” di Richard Stark: il libro da cui fu tratto il film Payback con Mel Gibson

I libri sono come le donne, più ne hai e più te ne arrivano. E dopo questa frase degna del tenore del romanzo direi che potremmo già ritenerci soddisfatti, di aver svolto il nostro sporco lavoro, invece andremo avanti a parlare di questo hardboiled edito di recente da Timecrime ma scritto nel 1962. Il libro è già arrivato in Italia nel 1964 col titolo di Anonima Carogne ed è stato adattato due volte per il cinema, prima nel 1967, col titolo Senza un attimo di tregua e poi nel 1999 con il titolo Payback – La rivincita di Porter e Mel Gibson protagonista.

Prima di parlare del breve “Il cacciatore” di Richard Stark, che potreste bervi in un pomeriggio, due note sull’autore: Richard Stark è solo uno degli innumerevoli pseudonimi di Donald E. Westlake, considerato uno dei più grandi giallisti americani, e durante la sua sterminata produzione ha pubblicato centinaia di romanzi di cui più di venti dedicati a Parker, protagonista di questo “Il cacciatore”, primo titolo della serie.

Sacche di cadaveri e soldi

La storia comincia in medias res con Parker (l’autore non cita mai il nome completo) pronto a farsi giustizia per il tradimento dei soci che oltre al bottino volevano portargli via la vita. Dalla prima all’ultima pagina assistiamo all’escalation di violenza, che cresce mano a mano che l’obiettivo si fa più imponente. Risalendo la catena di comando, infatti, Parker arriva ben più in alto di Mal Resnick, il debosciato malvivente con cui si era messo a parte. Durante la lettura scopriamo anche il ruolo di sua moglie Lynn nel tentato omicidio. Scopriamo che fine hanno fatto soldi, ma soprattutto scopriamo di che pasta è fatto davvero Parker.

Il cacciatore è figlio del suo tempo, al di là di una prosa che affastella pagine di passati remoti uno via l’altro senza badarci troppo e una scrittura grossolana e istintiva come un dito sul grilletto, è la grana del suo protagonista quello che fa la differenza. Siamo abituati a riconoscere eroi e antieroi, ma persino i bastardi più cinici riescono a preservare un angolino incorrotto nella loro testa. Non è il caso di Parker, che si svela un criminale non differente di Malcom Resnick. Parker non mostra molti scrupoli, nessuna empatia, nemmeno di fronte alle morti più ingiuste.

Quando un tizio dalla faccia pulita su una Chevrolet gli offrì un passaggio, Parker lo mandò a quel paese. Il tizio rispose: «Fottiti, amico», rimise la su Chevrolet nel flusso del traffico e si avviò verso il casello. Parker sputò sulla corsia di destra, accese la sua ultima sigaretta e attraversò il George Washington Bridge.

Come nei film anni 80

“Il cacciatore” di Richard Stark
Il cacciatore – Copertina

Pensate ai club a luci rosse, alle prostitute legate al malaffare, al fumo che impregna le pareti, alla criminalità organizzata stabilitasi in un intero albergo. Pensate alla camere a ore, a una voce bassa fuori campo che narra le scene, a personaggi senza morale, agli interrogatori con la pistola puntata. Pensate alle donne oggetto, a estremi danni collaterali di cui nessuno si dà pena. Questo è il tenore de Il cacciatore, ed anche il motivo per cui si merita l’etichetta hardboiled. Per via di un abile e spietato ladro che vuole pareggiare i conti secondo un personale senso di giustizia, nonostante sia immorale quanto le persone che caccia. La differenza tra lui è loro è il lato della pistola dalla quale si trovano.

Mano a mano che la storia va avanti, tuttavia, non riusciamo a staccarci completamente da quel bastardo di Parker. Speriamo che alla fine compia la sua vendetta affatto giusta, e siamo costretti ad ammettere che quello stronzo ci piace. Anche se si concede valutazioni sessuali nelle situazioni meno indicate. Anche se non c’è differenza tra lui e Mal, e Stegner, o tutti gli altri cani a cui dà la caccia. Forse perché anche noi vogliamo vivere, scegliamo di stare insieme a lui dal lato sicuro della pistola.

Mal era seduto lì, sorridente, in attesa delle mani di Parker. Non sapeva di aspettarlo: pensava di aspettare una ragazza di nome Pearl, una drogata con due sole cattive abitudini. Era l’altra abitudine che interessava a Mal in quel momento. Si sedette lì, nella sua vestaglia giapponese con un drago di seta broccato sulla schiena, e sorrise, e aspettò Pearl e Parker.

“Il cacciatore” di Richard Stark, Timecrime, 2024. Malditesto.

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