“Uomini e topi” di John Steinbeck: recensione libro

George e Lenny sono due braccianti agricoli che vagabondano di ranch in ranch alla ricerca di un lavoro stagionale che gli permetta di mettere da parte un gruzzolo e realizzare il loro sogno: avere un appezzamento di terra tutto per sé per diventare indipendenti e vivere in serenità.

Dei due George è la mente, colui che pianifica e organizza la vita di entrambi, mentre il gigante Lenny, affetto da un forte ritardo mentale, è il braccio, colui che segue il fedele amico e che sogna un giorno di avere dei conigli da accudire.

Ambientato negli Stati Uniti degli anni ’30, in piena crisi economica e sociale, Uomini e topi è un romanzo struggente che parla di solitudine, di amicizia, di sogni destinati a infrangersi in una società profondamente divisa e individualista. Un romanzo potente, che si appiccica addosso durante la lettura, attraverso una narrazione calda, coinvolgente, semplice, che rende Uomini e topi un vero e proprio capolavoro narrativo.

“Quelli come noi non hanno una famiglia”, disse George. “Mettono insieme un gruzzoletto e poi lo sperperano. Non hanno nessuno al mondo a cui importi un fico secco di loro”.
“Ma noi no”, esclamò Lenny gioioso. “Di’ di noi”.
Per un momento George rimase in silenzio. “Ma noi no”, disse.
“Perché?”
“Perché io ho te e..”
“E io ho te. Noi ci abbiamo l’un l’altro, ecco a chi importa un fico secco di noi”, gridò Lenny trionfante.

Qui per ascoltare l’audio recensione del libro: 

“Uomini e topi” di John Steinbeck, edizioni Bompiani. Libri in Pillole

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