Uno degli aspetti più rilevanti della produzione letteraria di Jean Claude Izzo è la grande attenzione che lo scrittore francese ha rivolto in ogni suo romanzo alla marginalità e alle vite degli emarginati, a quegli ultimi considerati d’intralcio, che la società preferisce spazzare via dalle trafficate vie principali per accatastarli ai lati delle strade. Persone visibili trasformate in invisibili per comodità, per far finta che non esistano, per non ritrovarsi davanti chi porta il simbolo della sconfitta.
Perché è più facile pensare che il fallimento non esista, illudersi, credere che dietro ogni angolo ci sia solo il successo. Eppure così non è, e Izzo con Il sole dei morenti tocca probabilmente il suo punto più alto, andando a porre l’attenzione su chi ha visto la propria vita andare in frantumi, su chi è stato fiaccato dagli eventi, schiaffeggiato dalla vita e abbandonato alla solitudine.
“A ognuno la sua vita, borbottò Rico accendendosi una sigaretta. E mente fumava si chiedeva se, in fondo, la vita non fosse davvero nient’altro che quello: la capacità di ognuno di difendere il suo pezzo di carne per sopravvivere in mezzo alla schifezza del genere umano… Magari suo padre aveva ragione. E lui ne era la prova. Lui era andato a fondo, mentre loro erano rimasti a galla. Per loro tutto continuava. La vita. L’amore. La felicità”.
Eppure anche gli ultimi hanno dignità, sogni e sentimenti, impolverati, forse, nascosti sotto quella pelle diventata dura per resistere alle intemperie, ma che sa anche conservare ricordi e alimentare speranze. Tenui, sbiadite, ma pur sempre presenti, in quei cuori che si nascondono nei lati più bui delle strade, facendosi quasi da parte per lasciar passare chi è troppo impegnato a rincorrere gli obiettivi, chi crede che la vita sia solo ambizione, realizzazione, capitalizzazione.
“«E cos’è la vita? Quella?». Aveva indicato un tipo in giacca e cravatta che gli stava passando davanti, di fretta, con un cellulare incollato all’orecchio. «Quella vita lì l’ho già vissuta. So dove porta. Esattamente dove sono oggi»”.
Il sole dei morenti è un romanzo struggente, colorato di poesia e di malinconia, in cui Izzo tocca corde che restituiscono una musica autentica e dolorosa. Un libro che racconta il dolore e l’amarezza di chi, benché sconfitto, fa richiamo ogni giorno a tutte le proprie forze per alzare la testa e guardare quel sole che illumina e che splende, a volte tiepido, altre malinconico, ma che rappresenta l’unica stella che nessuno potrà mai oscurargli.
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“Il sole dei morenti” di Jean Claude Izzo, edizioni E/O. Libri in Pillole.