“Brucia l’origine” di Daniele Mencarelli: il rischio di scivolare sui soliti cliché su Roma e Milano

Roma, Milano e le abitudini sociali: la sfida di Daniele Mencarelli con Brucia l’origine non è affatto semplice, perché l’autore romano decide di affrontare la delicata questione legata all’identità territoriale in relazione alla migrazione interna. Il suo ultimo romanzo, infatti, ha come protagonista Gabriele, un romano che ha trovato successo come designer a Milano, città in cui vive.

Dopo quattro anni ritorna a casa, nel suo quartiere Appio Tuscolano, lì dove il meraviglioso Parco degli Acquedotti ha fatto da sfondo alla sua “vita precedente”: è il luogo dove continuano a vivere la sua famiglia e i suoi amici, dove sono custoditi i suoi ricordi ma, soprattutto, dove risiedono le sue radici.

Perché le radici non si dimenticano mai, anche dopo tanti anni di assenza da quegli spazi fisici e sociali colorati di nostalgia e che profumano di casa. Una casa che, però, sembra inizialmente estranea, irriconoscibile per chi ha dovuto reimpostare i propri parametri di vita per vivere in una città regolata da altri meccanismi, altre abitudini e, perché no, altri costumi. Milano e Roma vengono dunque messe a confronto, due metropoli molto diverse l’una dall’altra: da una parte la città lombarda, con i suoi tratti europei e le sue relazioni sociali ordinate e ben settate. Dall’altra Roma, con la sua spontaneità che spesso sfocia nel caos e di conseguenza in relazioni sociali caotiche e forse anche un po’ sbilenche, ma allo stesso tempo calde, coinvolgenti, a volte pure un po’ troppo invadenti.

Ecco, è questo che Mencarelli prova a raccontare in questo romanzo, la vita di un ragazzo diviso a metà tra il presente e un passato che stenta quasi a riconoscere, ma che torna prepotentemente a brillare attraverso luoghi, affetti e ricordi che gradualmente riaffiorano, fino a creare una sorta di nostalgia della nostalgia, che si genera nel momento in cui ci si ricorda l’importanza del vero valore di quelle origini un po’ troppo frettolosamente accantonate.

La sfida di Mencarelli è ambiziosa, perché il rischio di scivolare sui soliti cliché affibbiati a Milano e Roma è piuttosto alto, come anche rischiosa è la scelta di utilizzare il dialetto romano per caratterizzare i personaggi. Brucia l’origine è un romanzo che scorre piuttosto veloce, che si legge in fretta, una lettura senza dubbio godibile, anche se l’impressione è che si potesse fare qualcosa di meglio: non esattamente originale la trama, un po’ troppo stereotipata la profilazione dei personaggi, non del tutto efficaci le scelte stilistiche e linguistiche che, in alcuni casi, sembrano rimandare a frasi da meme per social network. Insomma, un romanzo che si lascia leggere bene ma che forse avrebbe meritato un pizzico di lavoro in più.

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“Brucia l’origine” di Daniele Mencarelli, edizioni Mondadori. Libri in Pillole.

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