“Acari” di Giampaolo Rugo: recensione libro
C’è un momento, più o meno a metà della lettura di Acari di Giampaolo Rugo – nuova uscita editoriale Neo Edizioni – in cui le storie fino a quel momento sfilacciate e un po’ lontane tra loro iniziano a unirsi, si collegano i nomi, le date e le varie vicende iniziano a prendere una forma più concreta. Scatta una scintilla nella mente del lettore, e i nomi che fino a quel momento erano sparsi nei vari capitoli si vanno piano piano a incastrare.
È un momento bellissimo, da lettore, perché dà l’idea del lavoro di stratificazione e di approfondimento narrativo che è stato realizzato nel corso degli anni dall’autore. Si vede a pieno lo studio sui personaggi, le date, la complessità della storia nel suo insieme.
Si finisce la lettura di questo esordio di Rugo e non si può, poi, che andare a ritroso provando a mettere insieme ancora meglio le varie tessere di puzzle disseminate qua e là tra le varie storie. A far combaciare i pezzi. Che sembrano racconti – anche la casa editrice lo presenta come romanzo di racconti – ma in realtà si trasformano in un grande affresco su Roma dagli anni 80 ai giorni nostri.
Ci sono varie storie d’amore, di amicizia, di successi e insuccessi, e si incontrano vari personaggi che non si dimenticano. Personaggi che tornano e ritornano più volte – a varie età, in varie fasi della vita, fino alla morte – nel corso della storia.
C’è tanta umanità in queste questo libro. Frammenti di vita vissuta che riempiono il cuore e spesso commuovono. Se vogliamo prenderli come racconti, sono molto belli e toccanti. Se vogliamo considerarlo come romanzo, i vari capitoli, che sono varie storie, vanno a formare invece un universo coeso e ricco di personaggi.
Il libro si apre con il racconto dell’ennesimo compleanno in diretta tv della donna più anziana del mondo. Cento e passa anni. Festeggia recitando un copione in favore di telecamera Già in questo racconto ci sono alcuni personaggi, anzi quasi tutti quelli che incontreremo nelle pagine successive in epoche diverse. Un ragazzino e suo padre, ex giovane stella della Roma. Con il suo racconto giovanile, e il suo presente squallido e senza sogni. Una ex reginetta di bellezza che ha attraversato il tunnel della droga e ne è uscita malconcia, e ora vende aspirapolveri che raccolgono tutti gli acari del materasso, e ricordando il passato. Aspettando l’amore, che arriva improvviso e chissà che fine farà. Poi il disabile Gimbo, il suo caregiver Mario, un gruppo di spensierati liceali, altre coppie, altri personaggi.
Tutti con qualcosa da dire, tutti che non lasciano indifferenti. In fondo poi, quello che dovrebbe fare un buon libro come prima cosa è proprio questo: non lasciare indifferente il lettore, dire qualcosa.
Rugo è molto bravo, la sua scrittura è leggera e delicata, commuove, sa toccare le corde giuste, senza mai esagerare. Il risultato è un libro nostalgico ma rabbioso allo stesso tempo, un romanzo originale ma allo stesso tempo universale, per le storie che racconta e soprattutto per come lo racconta. Ci si affeziona ai vari personaggi, con momenti di lirismo assoluti nel racconto della carriera del giovane calciatore che si sgretola e nel racconto dell’amore maturo tra Claudia e Aldo.
Si vede che il lavoro dietro è tanto, dietro a questo esordio che è comunque quello di un professionista della scrittura: Rugo infatti ha scritto per il teatro, per la radio e per il cinema. Ha sceneggiato il flm Governance (2021) di Michael Zampino con Massimo Popolizio e Vinicio Marchioni. Ha scritto per il teatro La svolta (2009), Liberaci dal male (2017) e Un uomo a metà premiato al concorso “Per voce sola” (2014) e vincitore del “Fringe Festival” di Napoli (2015).
“Acari” di Giampaolo Rugo, Neo Edizioni. Libri da Leggere.