“Il balletto dei satiri porci” di Paolo Mosca: recensione libro

Questo non è un romanzo ma non sono nemmeno dei racconti e con questo potremmo chiuderla qui, invece da qui iniziamo:

“Se un romanzo può essere riassunto in un racconto, non v’è ragione che esista. Perché leggere pagine e pagine di brodo allungato per giungere ad un contenuto liofilizzabile in poche righe?”.

In queste poche note, tratte dalla presentazione che l’autore fa del libro, è riassunto lo stile innovativo delle brevi novelle qui rappresentate.

Paolo Mosca con “ironia, malinconia, visioni, introspezione” ci tiene per mano e ci accompagna in questo viaggio un po’ psichedelico, fatto di intensa atmosfera e vivida narrazione.

Per certi versi potrebbe ricordare la prosa lirica e onirica di “Viaggio al termine della notte” di Celìne, “Il viaggiatore notturno” di Maggiani, oppure “Passeggeri notturni” di Carofiglio, per non parlare poi de “L’autunno del patriarca” di Marquez (ma qui non vorrei esagerare…sobrietà, vi prego!).

Tanti piccoli incipit, per romanzi incompiuti, fanno de “Il balletto dei satiri porci” un leggero canzoniere di mezze frasi, quarti di verità e felici allitterazioni quasi futuriste.

“Lo amava talmente che si vestì di altre donne e andò in locali da lui frequentati seducendolo e portandoselo a letto. Lui non si accorse mai che si trattava di sua moglie. Lei lo amò sempre con pienezza. Insieme furono felici.”, tre frasi e il romanzo “Donna” inizia e si conclude.

Infatti l’autore nella sua presentazione chiosa: “Come romanzi che vi hanno risparmiato perdite di tempo. Non ringraziatemi. Godeteveli”.

In sostanza è compito del lettore tradurre questi frammenti suggestivi di racconto in una trama soggettiva, possibile, auspicabile, libera e chiaramente originale.

Non aggiungo altro perché sarebbe inutile e poco consono allo spirito di Mosca che con questi brevissimi racconti ha voluto lasciare libertà e autodeterminazione al lettore, invitandolo ad osare oltre l’osabile, ad immergersi nelle atmosfere sibilline, conscio di approdare ad un nuovo status, quello del fruitore e contemporaneamente a quello dell’autore.

“Il balletto dei satiri porci” di Paolo Mosca. La linea d’ombra.

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