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“Tra le onde” di Namwali Serpell: recensione libro

Tra Le Onde

“Io però non sapevo come ‘accettare la morte’. Tuttora non so come si fa e in realtà non m’interessa neanche farlo. La morte è letteralmente inaccettabile, irragionevole, inimmaginabile. Accettare la morte presupporrebbe una consapevolezza che la morte stessa negherebbe.” -Tra le onde

Citazioni che più ho apprezzato del libro:

-“Lo sentii infiacchirsi e qualcosa di lui entrò dentro di me a quel punto, entrò dentro di me sotto forma di onde. Un’increspatura dopo l’altra, sempre di più, finchè non finì e mi sentii piena, il suo corpo sgombro di lui e il mio colmo fino a esplodere. “

-“Non è solo che ciò che è stato fatto può essere disfatto. E’ anche che una cosa disfatta può ricostruirsi. La materia inerte può ricomporsi.”

-“L’ho sentito andarsene e a un certo punto non c’è stato più.”

-“M’insegnò che il dolore non sceglie bene il suo tempismo: non sai mai quando ti stringerà il collo.”

-” “Aspetta. Quando sei tornato?” “Io non sono mai andato via!”. Il sollievo mi inonda la spina dorsale.”

-“Cerchi di convincerti che in realtà sei sopravvissuto, che la vita ha continuato a continuare anche dopo che tutto sembrava essere andato a rotoli.”

-“Immigrati, o figli di immigrati: persone che non si sentivano a casa qui ma che non si sentivano a casa neanche lì, non più. Quella era l’approssimazione più vicina che avevo trovato all’essere di etnia mista: non sapere quale piede era al suo posto e quale amputato. O forse era che un piede era inchiodato a terra, mentre l’altro scalciava all’impazzata, correva.”

-“E adesso non mi guarda, guarda la strada, ma in un modoc he mi fa capire che sa che la sto guardando.”

-“Perchè è così difficile ricordarsi di mentire a questa donna? Di solito ho le parole a portata di mano, stipate sotto la lingua. Ma con lei si sfarinano facendosi polvere, diventano aria in cui mi muovo, verso di lei.”

-“Tu puoi anche scappare, ma quello che t’insegue alla fine ti prende sempre.”

Trama di “Tra le onde”

«Non voglio dirti cos’è successo. Voglio dirti cosa ho provato». È con queste parole che Cassandra Williams comincia a raccontare la sua storia, e il lettore intuisce da subito che sarà lei, e solo lei, a condurre il gioco della narrazione. Cassandra Williams ha dodici anni; il suo fratellino, Wayne, ne ha sette. Un giorno, quando sono soli in spiaggia, accade un incidente e Wayne scompare per sempre. Il suo corpo non verrà mai ritrovato. La famiglia, una normale famiglia di Baltimora, va in frantumi: il padre si trasferisce altrove e si crea una nuova vita, mentre la madre rimane aggrappata alla speranza e fonda un’organizzazione dedicata ai bambini scomparsi. Quanto a Cassandra, gli anni passano, la ragazzina cresce, diventa una giovane donna ma non smette di pensare al fratello e continua a vederlo ovunque: nei bistrot, nei corridoi degli aerei, nei vagoni della metropolitana. Ecco il suo volto, la luce nei suoi occhi quando sembra riconoscerla a sua volta. Ma non può essere, ovviamente. O sì? Finché un giorno incontra un uomo misterioso e al tempo stesso familiare, anche lui in cerca di qualcuno. Il suo nome è Wayne. Mentre il passato di Cassandra Williams e dei suoi familiari s’infrange sul presente come un’onda, con un’audacia senza pari vengono esplorati i meandri dell’identità, della memoria, della perdita.
Fra i migliori dieci libri dell’anno per «The New York Times», finalista al National Book Critics Circle Award e al Joyce Carol Oates Prize, Tra le onde è un trionfo: un romanzo dalla forza dirompente, che travolge il lettore sin dalla prima pagina portandolo dritto al cuore di una famiglia alla deriva. Namwali Serpell, una delle scrittrici più brillanti dell’America di oggi, si conferma un grandissimo talento.

“Tra le onde” di Namwali Serpell: recensione libro

Questo è un libro che, a malincuore, credo di non aver compreso fino in fondo e a cui credo, in futuro, di dare un’altra possibilità.

All’inizio la storia mi aveva catturata completamente, pensavo addirittura che ci fossero sottili riferimenti tra ciò che accadeva nella storia e l’attualità. Ho pianto e sono rimasta con il fiato sospeso in moltissimi momenti, ma ad un certo punto è tutto degenerato non incontrando più il mio gusto letterario.

Inizialmente pensavo che le strane vicende descritte, discostate da quella principale, fossero solo la risposta “psicologica” al trauma vissuto dalla protagonista, ma poi appunto, come già detto, ho perso completamente il filo della narrazione.

Ci tengo comunque a specificare che a mio parere la lettura, così come i gusti letterari, sono estremamente personali e che, non so se anche in questo caso, anche età e “periodo di vita” spesso contribuiscono ad influenzare i nostri pareri. In ogni caso è un libro che sotto certi aspetti mi ha donato diversi spunti di riflessione ed ho trovato al suo interno molte citazioni che ho voluto riportarvi anche all’interno di questa recensione.

Detto ciò, mi piacerebbe molto conoscere il vostro parere a riguardo, nel caso in cui abbiate già letto questo libro o abbiate intenzione di leggerlo in futuro. Sulla mia pagina Instagram troverete un post legato a questa recensione, vi aspetto nei commenti!

Biografia dell’autrice

Namwali Serpell è una scrittrice dello Zambia che insegna presso l’Università di Harvard. Ha ricevuto il Rona Jaffe Foundation Writers’ Award nel 2011. Nel 2015 ha vinto il Caine Prize for African Writing. “Capelli, lacrime e zanzare” è il suo primo romanzo premiato fra i migliori libri dell’anno e che le è valso numerosi premi e riconoscimenti. “Tra le onde” è il suo secondo romanzo.

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Mi chiamo Lara, ho 22 anni. Amo leggere e scrivere. Scrivo recensioni per il puro piacere di farlo e per condividere con chi mi legge le emozioni che i libri sanno trasmettere. Qui di seguito trovate il link della mia pagina Instagram dedicata per l'appunto a questa mia passione: https://instagram.com/la.biblioteca.di.laris?utm_source=qr&igshid=MzNlNGNkZWQ4Mg%3D%3D

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