“Tra due mondi” di Olivier Norek: recensione libro

L’indice, nel senso di dito, ci serve, o ci dovrebbe servire, per scegliere uno dei libri della nostra libreria. Capita, a volte, però, che l’indice, sempre nel senso di dito, viene puntato da un libro verso di noi, con fare “V-INDICE” e accusatorio, per ricordarci che “anche se noi ci crediamo assolti, siamo lo stesso coinvolti”.

E nessuno potrebbe puntare l’indice contro di noi meglio di questo libro, in questi giorni.

E forse non è un caso il fatto che in ore dove l’umanità, nel senso di attributo di specie, sembra perduta, la “pietas” sembra a scartamento ridotto, sia proprio il romanzo scritto da un ex poliziotto parigino, tra i più noti scrittori noir d’oltralpe, a provare a restituirci entrambe. Un addetto ai lavori che, a differenza dei tanti che parlano di Crotone o di Lampedusa per sentito dire dal cugino elettrauto, la giungla di Calais la conosce fin troppo bene. Fin troppo bene per lui e fin troppo bene, ahimè, per noi. Per noi che abbiamo la possibilità di leggere un romanzo vero, di scendere negli inferi senza scavare nelle nostre e nelle altrui miserie. Curioso, per non dir di peggio, che uno dei romanzi più segnanti, più intrisi di autentico realismo e più umani degli ultimi anni ci debba giungere da un ex poliziotto parigino, mentre la letteratura italiana, perlopiù, continua a vezzeggiarsi con stucchevoli e ripetitive storie da “Grand Hotel”…

Un agente siriano in fuga dalla guerra deve ritrovare moglie e figlia a Calais, la bidonville più grande d’Europa, dove i dannati sono rigidamente divisi per etnie in gironi danteschi. Gironi nei quali nessun Virgilio e nessun poliziotto osano addentrarsi a cuor leggero e dove madre e figlia potrebbero essersi rifugiate, dopo aver attraversato il Mediterraneo ed essere sbarcate in Italia, in attesa di transitare insieme a Adam in Inghilterra…

Solo una cosa vi chiedo: è un romanzo di un realismo e di una durezza spaventosa, a volte persino urticante, ignorate quindi le parole di Faber, ego vi absolvo, e prendetelo in mano solo se ve la sentite, solo se siete pronti per una catabasi che vi parrà senza fondo. Ma se siete pronti, se davvero siete pronti, per quanto si possa essere pronti ad andare a ripescare la propria umanità agli inferi, vi posso garantire che leggerete un libro che non potrete dimenticare.

Un libro oggi più doveroso di ieri.

E fatemi una cortesia personale, non chiamatelo “noir”!

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“Tra due mondi” di Olivier Norek, edizioni RizzoliI libri di Riccardo

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