I libri di Riccardo

“Questa sera è già domani” di Lia Levi: recensione libro

“Non possiamo accogliere tutti, lo comprendi?” Non è mia intenzione usare una recensione per fare politica, ma siccome la Storia ha l’inveterato vizio di ritornare sui propri passi, a voi leggere il libro di Lia Levi per scoprire dove, e soprattutto quando, queste parole sono state pronunciate.

Questa sera è già domani

Sorpreso, ovviamente in positivo, della preferenza dei giovani tra i sedici e i diciott’anni per una scrittrice nata negli anni trenta, ho deciso di provare a comprendere le ragioni di un ponte generazionale dotato di una campata così ampia.

“Questa sera è già domani”, con il suo titolo sospeso tra dramma e speranza, è un libro particolare che ci restituirà l’eco dei Premi Strega degli anni ‘70: una narrazione lineare e un nitore cui da tempo non siamo più avvezzi. Nessuna pecca in questo, anzi una gradevole madeleine stilistica per i meno giovani e un percorso agevolato verso la storia per i lettori cui è demandato farsi carico di un futuro che non potrà prescinderle.

Seguendo le vicende paradigmatiche di Alessandro e delle sue due famiglie, avremo la possibilità di comprendere perché molti ebrei, divisi tra gli angosciati, cui venivano meno coraggio e parole, e i fatalisti che facendo buon viso credevano con un sorriso d’ingraziarsi la sorte, non siano riusciti a sottrarsi al ventre della balena nazi-fascista, nonostante la sua bocca sia rimasta spalancata, minacciosa ma inerme, per un buon numero di anni.

La storia di una Genova ferita nei caruggi e di una sua comunità ferita nella dignità, che insieme troveranno la forza di reagire e d’ignorare la vecchia saggezza talmudica che preferisce un cane vivo a un leone morto.

Una prova maiuscola e quanto mai elegante.

“Questa sera è già domani” di Lia Levi, edizioni E/O. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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