“Lo scarafaggio” di Ian McEwan: recensione libro

Iniziamo con una comunicazione di servizio: da oggi potete recarvi in qualsiasi libreria, acquistare tutti i libri che volete, non solo non pagarli, ma addirittura ricevere in contanti l’equivalente di quanto avreste speso. In compenso…

Ha detto: “in compenso”… ma insomma, dove siete finiti tutti? …in libreria? …Ian, te l’avevo detto che non potevamo cominciare con l’“Inversionismo”…

Riproviamo, al massimo mi leggerete dopo esser tornati dall’Ikea e aver finito di montare cinque nuove librerie.

Lo scarafaggio di Ian McEwan: phamplet

Adoro i pamphlet, hanno un nome che profuma di buono e nascondono qualcosa di cattivo, anzi di perfido. Ma di buono hanno il fatto di essere l’unica arma contro l’arroganza dei potenti e la stupidità dei dementi, cose che, oltre a far rima, spesso passeggiano a braccetto, come nel nostro caso… vero, ci sarebbero anche le rivoluzioni, ma è roba un po’ démodé.

Questo pamphlet di McEwan contro la Brexit, muove i suoi passi, o forse sarebbe meglio dire agita le sue zampette, da una mutazione, in grado di rendere un originale tributo a Kafka e trasformare il governo inglese in materia più da entomologhi che da politologi.

Di più non dico, leggetelo!

Devo però dirvi che un paio di difetti questo libro li ha: per cogliere metafore e allusioni è richiesta una buona conoscenza delle tragicomiche vicende che hanno portato i sudditi di Sua Maestà senza licenza di uccidere, fuori dall’Europa, e inoltre, come faceva notare un amico, sedici euro sono davvero un po’ troppi per un volume di un centinaio di paginette stiracchiate… certo che se anche da noi i sedici euro, invece di chiederveli, ve li dessero in ossequio all’“Inversionismo”…

Ma dove diavolo siete di nuovo finiti? …eravate appena tornati!

“Lo scarafaggio” di Ian McEwan, edizioni Einaudi. I libri di Riccardo

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