I libri di Riccardo

“Lo scarafaggio” di Ian McEwan: recensione libro

Iniziamo con una comunicazione di servizio: da oggi potete recarvi in qualsiasi libreria, acquistare tutti i libri che volete, non solo non pagarli, ma addirittura ricevere in contanti l’equivalente di quanto avreste speso. In compenso…

Ha detto: “in compenso”… ma insomma, dove siete finiti tutti? …in libreria? …Ian, te l’avevo detto che non potevamo cominciare con l’“Inversionismo”…

Riproviamo, al massimo mi leggerete dopo esser tornati dall’Ikea e aver finito di montare cinque nuove librerie.

Lo scarafaggio di Ian McEwan: phamplet

Adoro i pamphlet, hanno un nome che profuma di buono e nascondono qualcosa di cattivo, anzi di perfido. Ma di buono hanno il fatto di essere l’unica arma contro l’arroganza dei potenti e la stupidità dei dementi, cose che, oltre a far rima, spesso passeggiano a braccetto, come nel nostro caso… vero, ci sarebbero anche le rivoluzioni, ma è roba un po’ démodé.

Questo pamphlet di McEwan contro la Brexit, muove i suoi passi, o forse sarebbe meglio dire agita le sue zampette, da una mutazione, in grado di rendere un originale tributo a Kafka e trasformare il governo inglese in materia più da entomologhi che da politologi.

Di più non dico, leggetelo!

Devo però dirvi che un paio di difetti questo libro li ha: per cogliere metafore e allusioni è richiesta una buona conoscenza delle tragicomiche vicende che hanno portato i sudditi di Sua Maestà senza licenza di uccidere, fuori dall’Europa, e inoltre, come faceva notare un amico, sedici euro sono davvero un po’ troppi per un volume di un centinaio di paginette stiracchiate… certo che se anche da noi i sedici euro, invece di chiederveli, ve li dessero in ossequio all’“Inversionismo”…

Ma dove diavolo siete di nuovo finiti? …eravate appena tornati!

“Lo scarafaggio” di Ian McEwan, edizioni Einaudi. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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