I libri di Riccardo

“L’angioletto” di Georges Simenon: un romanzo soffuso di ascetismo

“Questa gente di cui mi vai parlando
È gente come tutti noi
Non mi sembra che siano mostri
Non mi sembra che siano eroi
E non mandarmi ancora tue notizie
Nessuno ti risponderà
Se insisti a spedirmi le tue lettere
Da via della Povertà”

Eppure, a cercare bene, un eroe, molto minuto, in Rue Mouffetard possiamo anche trovarlo, a patto di farci condurre, tra carretti e verdure, da un narratore come Georges Simenon. L’unico scrittore in grado di condensare in una passeggiata di poche ore un’intera infanzia, sempre ammesso che gli Angioletti ne abbiano anche una terrena. Pochi dubbi sul fatto che il Maestro belga sia stato uno dei più grandi speleologi della psiche umana, ma il fatto di illuminarne una infantile anche nei recessi più bui è impresa complessa anche per i grandi della letteratura.

L’angioletto di Georges Simenon

Louis, in quanto Angioletto, che ignora il suo volto a causa di uno specchio appeso troppo in alto, vola soprattutto con la mente, ma non state a chiedergli a cosa pensa, vi risponderebbe “…non lo so.” e un sorriso angelico, “dolce, privo di ironia, di cattiveria, di aggressività”, attesterebbe la sincerità della risposta. Per chi vola, il nido assurge a centro della propria esistenza, e questo romanzo ci narra soprattutto di un nido: un nido povero, fatto di pagliericci anziché di paglia. Un nido piccolo, ma pronto ad accogliere tutti e a non trattenere nessuno, un nido esposto alle intemperie del tempo e dei sogni degli uomini. Un nido che inizierà a disfarsi quando la luce del gas svilirà il mistero delle lampade a petrolio e la guerra farà altrettanto con quello della quotidianità.

Un romanzo anomalo per Simenon, un romanzo soffuso di serenità, di ascetismo e di una laica santità, piatto che non è esattamente la specialità della casa, ma un grande narratore è tale anche nel raccontare la frugalità di una vita cui anche il destino, deus ex-machina di tutte le opere di Georges, per una volta, dovrà arrendersi.

Un meraviglioso quadro, fatto di colori puri e vibranti.
Un protagonista indimenticabile.

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“L’angioletto” di Georges Simenon, Adelphi Edizioni. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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