I libri di Riccardo

“Il dottor Bergelon” di Georges Simenon: recensione libro

Eppure quel vestito mi stava a pennello, signora mia, roba di sartoria, pareva dipinto addosso, signora mia. Roba di qualità, fatta per durare una vita, signora mia, perché quando si era poveri, signora mia, di vestito buono ce n’era uno, se c’era, e se c’era, era fatto per le “tantopoche” domeniche della nostra vita, e per poi presentarsi a modino al cospetto del nostro creatore.

Dunque, lasciamo il dottor Bergelon, appena ripubblicato da Adelphi, dopo che dell’edizione del 1964 da tempo si erano perse le tracce, alle tribolazioni che mi consentono di cimentarmi in un’enfatica recensione in seconda persona, e, signori miei, cerchiamo di capire quando la vita inizia a tirare sulla vita del nostro dottore, come recita la quarta di copertina, quando il criceto diventa consapevole di essere in gabbia e che la ruotina non lo porterà da nessuna parte. Perché capita che le esistenze, a un certo punto, inizino a vestire strette, e magari capita proprio quando abbiamo deciso di allargare i nostri orizzonti, di dilatare le nostre ambizioni professionali e, grazie all’aiuto di un luminare, a vezzeggiare le ambizioni del coniuge. Ma il destino ama la frugalità, e pare disposto a sacrificare un paio di vite pur di mantenerne una, quella del nostro dottorino, nel suo stretto alveo naturale. Il destino è una brutta bestia, signori miei, ma questo lo abbiamo imparato anche senza le ripetute, e mirabolanti, lezioni del professor Simenon. In questa, vedremo Il Destino (sempre maiuscolo se nella stessa riga c’è “Simenon”), versare, non veleno in un orecchio, ma bicchieri di troppo, a una cena di gala dal cui protrarsi dipende la sopravvivenza di una partoriente e del suo bambino.

Un romanzo sulla vendetta, che ovviamente in Simenon non può essere un semplice, per quanto raffinato, romanzo sulla vendetta. I Duellanti sono al servizio del Destino, non a quello dei lettori o della narrazione… mi fermo qui, non voglio certo svalutare il finale che è il punto di forza di questo romanzo, un romanzo che invoca non solo la perizia dello scrittore ma anche quella del lettore… che, se il Destino vorrà, saranno destinate a collimare con reciproca gratificazione.

Qualcuno ha percepito alcune imperfezioni in questo “roman dur”, quasi che i tre lati del triangolo “destino fuga vendetta” non fossero perfettamente raccordati. A me pare, invece, che questo apparente sfasamento sia proprio il maggior pregio del romanzo… naturalmente sentitevi liberi di dissentire, a volte capita che anche le recensioni possano andare strettine.

“Il dottor Bergelon” di Georges Simenon, edizioni Adelphi. I libri di Riccardo

Riccardo Gavioso

Nasce a Torino nel 1959, dove si laurea in Giurisprudenza. Ma ormai incerto su chi fossero i buoni e i cattivi, e pur ritenendo il baratto una forma di scambio decisamente più evoluta del commercio, da allora è costretto a occuparsi di quest’ultimo. Inevitabile, quindi, che l’alienazione professionale lo spinga tra le braccia di una penna e che la relazione, pur tra alti e bassi, si protragga per diversi anni. Poi, deluso in egual misura da quel che si pubblica e da quel che non si pubblica, smette di scrivere narrativa e si occupa di giornalismo collaborando con diverse testate di rilievo e creando un blog che arriva a incuriosire diecimila lettori al giorno. Torna alla narrativa con Arpeggio Libero con cui pubblica attualmente. Ha ottenuto diversi riconoscimenti per i suoi racconti. Nel 1997 è stato finalista al Premio Internazionale di Narrativa “ Il Prione ”.

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