Tutto inizia…
Sì, perché, se come insegnano i filosofi, tutto finisce, perché tutto finisca e si trasformi in storia, da qualche parte e in qualche modo, questo tutto sarà pur dovuto iniziare. Tutto inizia e tutto finisce, ma senza il magico potere della divagazione, dono agli anziani che il fato talvolta fa anche a chi anziano non è, la vita sarebbe una ben misera storia, misera come un piatto di lenticchie, quelle lenticchie che piacevano ai filosofi che non volevano adulare il re.
Ecco, appunto, ho divagato..
Riproviamo.
Tutto inizia con un bambino, che aveva dieci nonni e doveva disegnare il suo animale preferito. Anzi più precisamente, inizia con un bambino, che aveva dieci nonni e che fu sommerso di gomme, penne e pennarelli, perché aveva disegnato il suo animale preferito. Cane, gatto, criceto? …no, calamaro.
Il Calamaro Gigante di Fabio Genovesi
Il Calamaro Gigante, per secoli, è stato classificato dalla scienza come mero effetto etilico, parto abnorme della fantasia di marinai dal gomito facile. Ipotesi degna di sobrio rispetto, sicuramente, purtroppo ampiamente superata dal fatto che il Calamaro Gigante esiste, in tempi più vicini a noi è stato filmato, fotografato, sezionato… così prove inoppugnabili hanno finalmente rivalutato le figure di coloro che nei secoli precedenti avevano creduto ai racconti dei marinai e si erano ritrovati vinti, derisi, emarginati dalla scienza, ma non cancellati dalla Storia, visto che qualcuno, ancora oggi, ci racconta le loro… di storie.
Ora, per narrare bisogna imparare a osservare, e qui ci vengono in aiuto, Umberto Tozzi, le stelle e una saggia nonna che parla coi muri, cucina patate e ci invita a spegnere la lampadina della ragione. Quella che ci abbaglia e ci impedisce di gustare, non le patate, ma le Storie… perché anche noi siamo figli di una storia e da piccoli amiamo le storie di amor figliale, favole o fiabe che siano, ma poi arriva la ragione, spariscono stelle e costellazioni, e con loro spariscono calamari giganti, calamari colossali e kraken. Tutto perduto? …no, perché grazie al lume dei grandi narratori possiamo ritrovare le stelle/storie, grazie ai Gabo e ai Luciano Rossi, grazie al realismo magico sudamericano e grazie al pragmatismo magico dello spazzino di Pontedera.
Così le storie del Calamaro Gigante, dell’animale creato il settimo giorno da un Dio che non aveva voglia di riposare ma ne aveva molta di farsi beffa degli uomini, si alternano e si mischiano con quelle di famiglia del narratore. La storia di don Francesco Negri che nel seicento getta alle ortiche la sua parrocchia per spingersi a iperboree latitudini sulle tracce degli animali del settimo giorno, avendo intuito che la realtà “non è realistica quasi mai”. La storia di Tommy Piccot, bambino che forse quel giorno non era in barca e forse non esisteva nemmeno, quella del reverendo Harvey che rifila un tentacolo di sei metri al professor Verril, dell’impresario Barnum che ordina un paio di calamari giganti per il suo rinomato circo e attende ancora la consegna, e soprattutto la storia di Mary Anning che nel Dorset scoprì il primo pterosauro, ma che non si vide mai pubblicata sulle riviste scientifiche, nonostante fosse la massima autorità del tempo in fatto di fossili, perché ai suoi tempi era inconcepibile che una donna scrivesse di argomenti tanto seri.
Quando i grandi libri finiscono, dentro di noi comincia qualcosa, e io spero che da questo libro possa davvero cominciare, o crescere, il rispetto per il mare, per quel mare a cui vorremmo negare la presenza del Calamaro Gigante, ma accettiamo quella di un’isola galleggiante di plastica, grande quasi come un continente, e la accettiamo con la stessa disarmante disinvoltura con cui ingurgitiamo una carta di credito a settimana.
Davvero una bella Storia questa di Fabio Genovesi. Una storia fatta di tante storie, alcune da ascrivere alla sfera pubblica, altre a quella privata, ma narrate con il solito garbo, con la solita ironia, con il solito talento… per narrare una storia davvero insolita.
“Il calamaro gigante” di Fabio Genovesi, edizioni Feltrinelli. I libri di Riccardo