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“La caratteristica del male” di Roberto Graniglia: recensione libro

“La gente più soffre e più diventa cattiva e pronta a fare del male; è vero, sai? È come un virus, che passa da una persona all’altra. Il male non si ferma mai, ha detto quell’uomo.” -La caratteristica del male-

Citazioni che più ho apprezzato del libro:

  • “È questo forse quello che si prova quando si nasce. È strano però, perché invece a me sembra proprio di morire.”
  • “Ciò che non dici a volte è molto più importante di tutto il resto.”
  • “Quando una persona smette davvero di tenerci non si preoccupa neanche più di farglielo credere.”
  • “Tutta la vita è un sacco di tempo e il tempo, purtroppo, tende sempre a rovinare le cose. “
  • “A volte le piante muoiono perché le innaffi troppo, altre volte invece seccano perché gliene dai troppo poca: non sai mai qual è la quantità giusta ed è questo il vero casino nelle storie d’amore.”
  • “Stavo rimanendo senza fiato. E quando resti senza fiato per toppo tempo, non ragioni più in modo razionale. Dicono che tu non possa guarire nello stesso ambiente nel quale ti sei ammalato.”
  • “Quando hai talento e hai voglia di rimetterti in gioco, non ti fai abbattere dalla marea di merda che ti arriva addosso. Se qualcosa ce l’hai nel sangue, ti rialzi e spacchi i culi più forte di prima. Se sei un genio e fai il tuo lavoro con passione, non puoi stare fermo a guardare gli altri fare la storia: sei TU che vuoi fare quella cazzo di storia.”
  • “Dicono che se nasci sul mare è impossibile che tu scelga di vivere la vita in una città di montagna.”
  • “Ho capito che non guarisci se rinneghi il tuo passato e se dimentichi, ma solo se accetti e prendi la parte migliore di quello che c’è stato.”
  • “È difficilissimo farsi strada nella vita se non hai mai visto nessuno farlo.”
  • “Alla fin fine ogni assassino è il caro amico di qualcuno ed è molto più vicino a noi di quanto si possa immaginare.”
  • “Dicono che in una storia d’amore -perché sia duratura- almeno uno dei due debba essere innamorato alla follia, oppure semplicemente abbastanza pazzo per provare a lottare per entrambi.” 
  • “Alla fine ognuno è vittima dei propri vizi; sono le nostre ossessioni a renderci mostri, ognuno a modo suo.”
  • “Le caramelle più pericolose sono quelle offerte da chi conosce bene i nostri gusti, non credi?”
  • “Molto spesso crediamo che quello che stiamo cercando noi sia meglio rispetto a ciò che cercano gli altri, come se il nostro fosse un compito più complesso, quasi più qualificante rispetto a quello degli altri. Ho realizzato che altrettanto spesso quest’idea è una gran cazzata.”

Trama di “La caratteristica del male”

Il tenente John Dillinger della polizia di New York è sulle tracce di un killer che gli sfugge da anni. Nessuno sa il suo vero nome, ma i suoi seguaci lo chiamano Joe Malanthan.
Joe sembra essere tornato in azione e pare voler finire il lavoro che aveva iniziato anni prima.
Per cercare l’assassino, John avrà però bisogno dell’aiuto del capitano Robert Crane, che per qualche motivo ha lasciato da tempo la polizia, è scappato via dalla sua vecchia vita ed è caduto in una profonda depressione.
Robert conosce tutte le mosse del killer e sa perfettamente come ragiona, ma deve scrollarsi di dosso tutti i suoi fantasmi e le sue angosce personali prima di rientrare a far parte delle complesse indagini che stanno seguendo John e suo fratello Luke, un detective privato dai metodi poco ortodossi e con la passione per la tecnologia.
Gli agenti troveranno un macabro filmato nascosto su un computer lasciato dal killer diversi anni prima sulla scena di un crimine. Da questo filmato dovranno risalire all’autore del video e alla casa in cui questo è stato girato. È l’unico appiglio che li tiene ancora legati all’assassino, l’unica speranza per rintracciarlo prima che uccida di nuovo.
I tre si troveranno invischiati in una vera e propria caccia all’uomo, seguendo alcuni indizi che avevano tralasciato anni prima e scopriranno che le indagini erano state depistate da diversi insospettabili colleghi corrotti.

Qualcosa di tremendo e impensabile si nasconde dietro gli orrendi omicidi che avvengono in città. Riusciranno gli agenti a fermare il killer prima che colpisca ancora?

“La caratteristica del male” di Roberto Graniglia: recensione libro

Per chi mi segue da un po’ di tempo sa che i gialli e i thriller non sono esattamente il mio genere, ma che tra gli obiettivi del 2023 e 2024 c’era e c’è quello di approfondire tali generi scoprendo, dunque, anche nuovi autori. Mi è stata così proposta questa lettura che, con mia grande sorpresa, ho divorato nella bellezza di 4 giorni non riuscendo a staccarmi dalle pagine e fregandomene addirittura del febbrone da cavallo che in quei giorni non mi lasciava in pace. Ma passiamo, senza altre esitazioni, a parlare di questo bellissimo libro:

“La caratteristica del male” è la chiusura di una serie di racconti che partono dal primo libro in assoluto dell’autore, “Il lungo Samhain”, e passano attraverso “Nel mio sangue” e “L’oscuro incantatore”.

Il libro si apre con un’introduzione che non pare essere altro che la descrizione di un sogno, o meglio, di un incubo. Il lettore in quel momento non sa chi è l’artefice di tale incubo, sa solo che si tratta di una donna, forse una bambina. La sensazione di angoscia derivante dalla lettura di queste prime pagine è quasi opprimente, ma porta con sé una curiosità che spinge a proseguire la lettura.

Dal primo capitolo la situazione pare però cambiare radicalmente inserendo il lettore nella narrazione vera e propria. Ci tenevo a dire che le descrizioni mi hanno tenuta incollata alle pagine: ambienti, personaggi, situazioni e azioni sono infatti descritti minuziosamente tanto da far sentire al lettore perfino gli odori degli spazi descritti. Mi piacerebbe trascrivere qui all’interno della recensione una descrizione che mi ha letteralmente fatta innamorare:

“Due ombrelli così malandati da sembrare abbandonati lì da anni, come se fossero in attesa che qualcuno li reclamasse per dar loro un’altra vita.”

Sin da subito facciamo la conoscenza del protagonista di questa storia, John Dillinger e intraprendiamo con lui un viaggio alla ricerca di una sua vecchia conoscenza. Anche in questo caso le descrizioni risultano minuziose e grazie ad esse diventiamo la spalla destra del tenente prestando attenzione alla strada durante la guida, bevendo caffè, fumando un paio di sigarette, bagnandoci il cappotto con una pioggia improvvisa fino ad arrivare in un motel e ritrovarci con la mano destra poggiata sulla pistola, di fronte alla porta della stanza 119. La tensione è altissima e il lettore si affida totalmente all’esperienza di John per quello che sarà il prossimo passo.

All’interno del secondo capitolo viene spiegata nel dettaglio, attraverso una conversazione tra John Dillinger e Robert Crane, tutta la situazione che ha portato Dillinger davanti a quella porta rendendo quasi il capitolo come l’intro di un episodio che cita “Negli episodi precedenti…“. Dunque non preoccupatevi se si tratta dell’ultimo libro di una serie già avviata, troverete al suo interno tutte le risposte che cercate come se questa fosse una nuova storia partita da zero. Questo risulta essere il capitolo più lungo del libro e tale lunghezza risulta appunto utile a non spezzare la narrazione delle vicende passate.

Da questo momento in poi inizia ufficialmente la nostra missione e ci infiliamo in macchina in compagnia di due poliziotti pieni di sospetti e probabilmente pieni di nemici, ragion per cui non possono fidarsi assolutamente di nessuno, se non di Luke: investigatore privato nonché fratello di John.

Vorrei lasciarvi delle informazioni generali che mi hanno colpita particolarmente durante la lettura e che spero possano convincere anche voi ad affrontarla con curiosità, interesse e voglia di risolvere il caso:

  • L’assassino, o meglio, il sospettato, viene descritto un po’ come se fosse una sorta di Saw L’Enigmista, tanto che il tenente Crane lo definisce come uno “scenografo dell’omicidio”.
  • La ricerca dei dati e l’analisi degli indizi risulta minuziosa e coerente dando la possibilità anche al lettore di farsi le sue personali idee e trovare delle soluzioni ai differenti “enigmi”. Mi sono a tal proposito divertita a formulare mie ipotesi e sfruttare i dati a disposizione scoprendo talvolta di aver addirittura fatto i giusti ragionamenti in linea con quelli dei protagonisti.
  • Numerosissimi sono i cosiddetti “Plot Twist” di questa vicenda e più di una volta sono rimasta con la bocca spalancata e lo sguardo perso sulle pagine aperte.
  • Nel corso della narrazione viene descritta anche la provenienza del titolo del libro stesso. Ed è stato incredibile scoprirlo così senza alcun preavviso, è stato un po’ come trovare un pezzo mancante di un puzzle.

Detto ciò, se vi aspettate un finale scontato e ripetitivo vi dico semplicemente NO perché anch’esso fa parte della lista di Plot Twist di cui vi ho parlato in precedenza e che mi ha lasciato a bocca aperta. Inoltre mi sono particolarmente affezionata a questi personaggi, a questa storia e al metodo di scrittura dell’autore e sono dunque certa che proseguirò a leggere la storia a ritroso immergendomi negli altri libri che mi mancano di questa sorta di “saga”.

C’è ancora bisogno di dire che per me questo libro è consigliatissimo? Vi auguro una buona lettura

DEDICA DELL’AUTORE

Spero che in tanti possano entrare nel mondo dei miei racconti e dei miei mostri e che possano restare affascinati dalla bellezza del buio.

Roberto

Biografia dell’autore

Roberto Graniglia nasce nel 1978 a Taranto e si trasferisce a Firenze nel 1996 per iscriversi alla facoltà di Ingegneria ambientale presso l’Università degli studi di Firenze dove si laurea nell’Aprile del 2002. Continua i suoi studi con un dottorato post-laurea in Chimica presso
l’Università degli studi di Siena dove nel Febbraio 2007 viene proclamato Dottore in scienze Chimiche Ambientali.
Successivamente continua la sua carriera lavorativa insegnando
Matematica e Fisica nelle Scuole Secondarie di Secondo grado in parallelo con l’attività di ingegnere, libero professionista e Consulente Tecnico per il Tribunale di Firenze. Nel frattempo porta avanti la sua passione per il thriller e l’horror, scrivendo diversi racconti e partecipando a numerosi concorsi letterari arrivando come finalista in alcuni di questi. Nel 2010 pubblica il suo primo romanzo “Il lungo Samhain” e ne crea con Giovanni Lombardo Radice una sceneggiatura cinematografica e teatrale depositate presso la SIAE, attualmente in fase di sviluppo per la rappresentazione. Dal 2014 al 2023 pubblica con Amazon, in versione e-book e cartacea, i suoi romanzi “Il pupazzo di Dylan”, “La casa diroccata”, “Il cuore di Marta”, “Nel mio sangue”, “L’oscuro incantatore” e “La caratteristica del male”, oltre a una raccolta di racconti brevi dal titolo “Cinque passi nell’incubo” arrivando nei primi posti come recensioni e tra le migliori novità del mese come Amazon Choice e Amazon Prime Reading.

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Mi chiamo Lara, ho 22 anni. Amo leggere e scrivere. Scrivo recensioni per il puro piacere di farlo e per condividere con chi mi legge le emozioni che i libri sanno trasmettere. Qui di seguito trovate il link della mia pagina Instagram dedicata per l'appunto a questa mia passione: https://instagram.com/la.biblioteca.di.laris?utm_source=qr&igshid=MzNlNGNkZWQ4Mg%3D%3D

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